Castel d'Ario, ucciso dal monumento a 14 anni

Davanti al maniero cede di botto il perno di un’installazione artistica. Fuggi-fuggi fra i ragazzini, ma uno non fa in tempo e finisce schiacciato da una lastra di 800 chili

La sezione spezzata del supporto che reggeva ottocento chili

La sezione spezzata del supporto che reggeva ottocento chili

mantova, 12 agosto 2018 - Da lontano sembravano due grandi ali girevoli e qualcuno, una volta montate, non aveva risparmiato critiche al loro aspetto. La struttura da poco arrivata nella piazza principale di Castel d’Ario si è trasformata in una trappola mortale per un ragazzino di 14 anni che ci stava giocando: uno dei due monumenti, del peso di 800 chili, ha rotto il proprio sostegno e si abbattuto sul teenager uccidendolo sul colpo.

La disgrazia si è consumata venerdì sera, nel centro del paese noto soprattutto per aver dato i natali a Tazio Nuvolari. Quello che è accaduto però non evoca vittorie sportive. Nel tardo pomeriggio fino a tarda sera la piazza del castello è frequentata da famiglie e compagnie di ragazzini, tutti a caccia di una boccata d’aria nel torrido agosto della Bassa padana. Un gruppo di giovanissimi gioca attorno alle alte sculture in corten, che il Comune ha fatto montare per valorizzare lo spazio pubblico. Si tratta di grandi parallelepipedi a forma di ‘elle’ che girano su se stessi, sostenuti da un perno d’acciaio. L’effetto estetico consiste nel farli ruotare. I ragazzi di Castel d’Ario lo hanno fatto chissà quante volte, per molti di loro è quasi un gesto di routine. Invece stavolta accade qualcosa di imprevisto: una delle due ali della scultura in un attimo si inclina e cede di botto cadendo sul lato con tutto il proprio peso.

I ragazzi che la stanno facendo ruotare schizzano chi da un parte chi dall’altra, ma uno non ce la fa. Matteo Pedrazzoli, 14enne casteldariese, finisce schiacciato. Colpito in più parti del corpo, il ragazzo travolto sotto gli occhi degli amici che urlano in preda al terrore. La gente lì vicino, in particolare gli animatori del tendone di una onlus montato nella piazza, corrono a dare una mano. Per sollevare il parallelepipedo caduto ci si mettono in otto o dieci. Ce la fanno a creare uno spiraglio per tirare fuori il ferito ma è tutto inutile. Matteo viene portato d’urgenza all’ospedale Poma di Mantova, ma non sopravvive alle ferite riportate. Ora il suo paese è passato dall’euforia della vigilia di Ferragosto al cupo lutto di una tragedia evitabile. E inizia la ricerca del colpevole. L’inaugurazione delle sculture sulla piazza era stata salutata con parole soddisfatte dall’attuale amministrazione e dal sindaco, Daniela Castro. Ieri però in Comune e tra i progettisti vigeva la regola del silenzio più assoluto. Un silenzio che non fermerà gli accertamenti dei carabinieri, che hanno recintato la zona della disgrazia e iniziato a cercare le carte che potranno spiegarne le cause.