Mantova, 2 aprile 2014 - Dopo aver chiuso a gennaio i rubinetti del petrolchimico, i lavoratori della Ies di Mantova ora appendono le tute blu al chiodo. Ieri sono entrati in cassa integrazione straordinaria 91 dei 366 dipendenti della raffineria e 36 hanno già imboccato la strada della mobilità volontaria. Dopo l’estate, quando sarà ultimata la lavorazione dei fondi di petrolio nei serbatoi, si chiuderanno i cancelli di strada Cipata per altre 151 persone.

In totale, gli esuberi saranno 242. Resteranno un’ottantina circa di persone sui 242mila metri quadri di stabilimento che dal primo gennaio 2015 diventa deposito di greggio. Ies esce dal mercato della raffinazione: ha perso 95 milioni tra il 2012 e il 2013, «conseguenza di un difficile contesto economico del settore in Italia», aveva precisato lo scorso ottobre la proprietà, la società ungherese Mol. Inoltre, in forza di un accordo con i vicini di casa di Eni, dall’oleodotto tra la Ies a Porto Marghera non passerà più petrolio grezzo, ma prodotto finito.

La cassa integrazione coprirà i prossimi due anni. Entro la prima metà di aprile Mol scioglierà le riserve sul nome di una grande società di outplacement che avrà l’incarico di trovare un nuovo posto di lavoro ai disoccupati. Altri potranno essere impiegati dalle società che si occuperanno della riconversione dell’impianto a polo logistico. Ammonta a 75 milioni di euro l’assegno staccato da Mol, soldi investiti nella messa a punto dei serbatoi e nella realizzazione di nuove piste di carico.

Altri ex dipendenti potrebbero essere assorbiti da Tea, la municipalizzata mantovana dell’energia, che in cambio di alcune assunzioni otterrebbe uno sconto su un contratto di superficie ventennale di 400 milioni per un capannone di proprietà di Ies. «Anche Eni ha speso qualche parola per il riassorbimento di alcune unità», spiega Stefano Lodi Rizzini, della Rappresentanza sindacale unitaria.

Il piatto della bilancia però è appesantito anche dalla perdita di 800 posti di lavoro legati all’indotto della raffineria, secondo le stime dai sindacati. Così come «bisogna capire tra quelli che rimangono, quanti sono vicini alla pensione», osserva Lodi Rizzini. Il 28 aprile si riunirà il tavolo regionale di monitoraggio, istituito per controllare la gestione degli esuberi e mettere nero su bianco la parola che ricorre in tutti i discorsi degli ex dipendenti Ies: reindustrializzazione.

luca.zorloni@ilgiorno.net

Twitter: @Luke_like