Mantova, 26 novembre 2013 - Il padre l'aveva lasciata per andare a Mantova, ma dopo 18 anni la figlia rimasta ad Arezzo lo ritrova e gli fa causa per non averla sostenuta ne' economicamente, ne' moralmente. Inutili, infatti, i tentativi della giovane aretina, protagonista della vicenda, di allacciare un rapporto. Così, il giudice del tribunale di Mantova ha deciso che l'uomo dovrà corrispondere alla ragazza mille euro all'anno fino al 18esimo, e 500 dopo averla superata.

Dopo la nascita della bambina, il padre era andato a Mantova facendosi una nuova famiglia. La ragazza ha fatto causa appena maggiorenne e aveva chiesto un risarcimento di oltre centomila euro. Il tribunale della cittadina lombarda le ha dato ragione. Il giudice le ha riconosciuto una somma forfettaria di 1000 euro all'anno fino al raggiungimento della maggiore eta', e di 500 dopo averla superata.

"Il giudice ha ritenuto superfluo persino sentire i numerosi testimoni indicati dalla giovane, dato che il padre non ha mai negato la circostanza di non averle prestato assistenza, morale oltre che materiale", spiega l'avvocato aretino Iacopo Gori, legale della ragazza. "L'importanza della sentenza - prosegue l'avvocato - sta proprio nel riconoscimento di un danno esistenziale per effetto della lesione di un diritto costituzionalmente tutelato, ossia quello alla famiglia e ad un normale rapporto con entrambi i genitori, in termini di accompagnamento alla crescita, e non soltanto in senso classico patrimoniale come siamo abituati a pensare".