Lombardia in zona gialla: è conto alla rovescia. Le regole su spostamenti, negozi e bar

Dall'11 dicembre la regione potrebbe lasciare la zona arancione. Cauto il ministro Speranza: "Fare attenzione, serve ancora qualche sacrificio"

Polizia in azione a Milano durante l'emergenza Covid-19 (foto repertorio)

Polizia in azione a Milano durante l'emergenza Covid-19 (foto repertorio)

Milano, 6 dicembre 2020 - Il conto alla rovescia è partito. Non solo verso le festività natalizie, ma verso l'11 dicembre, data in cui la Lombardia dovrebbe passare da zona arancione a zona gialla. Ma non è ancora il momento di abbassare la guardia e allentare troppo le misure restrittive perché un errore oggi porterebbe ad una terza ondata a gennaio. "Serve ancora qualche altro sacrificio", ha sottolineato il ministro della Salute Roberto Speranza incalzato dalle Regioni che continuano a chiedere al governo di rivedere le scelte sul divieto di spostamento tra i comuni imposto a Natale, Santo Stefano e Capodanno. Anche perché, è il timore del presidente della Lombardia Attilio Fontana, così si rischia una fuga dal Nord nell'ultimo fine settimana prima del 25 dicembre, come già avvenuto a marzo a poche ore dal lockdown. Un timore che sembrerebbe trovare conferma in un dato: Alitalia ha visto schizzare le prenotazioni con un incremento del 50% tra il 17 e il 20 dicembre. Ribadisce cautela anche il ministro degli Interni Luciana Lamorgese: "Proprio nel periodo natalizio dovremo allontanarci da quelle che erano le nostre tradizioni, fare festa tutti insieme. È un sacrificio necessario che ci consentirà di affrontare l’anno nuovo in maggiore sicurezza”.

Calano i contagi e la pressione negli ospedali

Gli occhi sono comunque tutti puntati sui numeri dei contagi di oggi e dei prossimi giorni. Nell'ultima settimana, la curva epidemiologica si è abbassata e la pressione negli ospedali è calata: più di mille ricoverati in meno nei reparti Covid, più di cento in meno nelle terapie intensive Ieri i lombardi in terapia intensiva per Covid erano 805, diciassette meno del giorno prima: 26 persone (dieci meno di venerdì) sono entrate in cure intensive e 29 ne sono uscite perché migliorate (erano 28 venerdì), altre 14 perché non ce l’hanno fatta (il giorno prima erano state 22). I morti per Covid ieri sono stati in tutto 111 in Lombardia (il bilancio dal 20 febbraio è di 22.884 vittime): 86 avevano più di 75 anni, 19 tra 65 e 74 anni, sei tra 50 e 64 anni; ventidue erano milanesi, venti della provincia di Varese, 19 della Brianza, 12 della provincia di Como. Nei reparti Covid non intensivi i pazienti erano 6.554, cioè 238 meno del giorno prima: ieri in totale sono state ricoverate più di quattrocento persone per coronavirus e quasi 650 sono state dimesse. L’età media dei ricoverati è di 71 anni. L’ultimo Rt per data del tampone calcolato a Milano e Lodi dall’Ats Metropolitana, consolidato perché fotografa la situazione di domenica 29 novembre, è di 0,74; di 0,80 l’Rt per data di ricovero cristallizzato a giovedì 26 novembre. Ieri la provincia di Milano è tornata sotto i mille nuovi casi quotidiani (ne sono stati scoperti 980) e la città si è fermata a 355; in tutta la Lombardia sono stati scoperti 3.148 nuovi positivi, il 10% dei 31.193 esiti di tamponi caricati in ventiquattr’ore nel sistema di sorveglianza. Tamponi molecolari, perché quelli rapidi nei bollettini trasmessi ogni giorno dalla Regione alla Protezione civile vengono conteggiati a parte.

Zona gialla e Dpcm 

I lombardi si preparano così non solo a questo passaggio di zone che prevede un allentamento delle norme e dei divieti anti contagio, ma anche a prendere atto del decreto sugli spostamenti tra il 21 dicembre e il 6 gennaio, che prevede ulteriori restrizioni soprattutto il 25, 26 dicembre e 1 gennaio. Restrizioni che hanno fatto discutere non poco e per le quali le Regioni continuano a chiedere al Governo alcune modificheQuindi, da una parte bisognerà tenere a mente le disposizioni per la zona gialla (Dpcm 3 novembre) e dall’altra quelle del nuovo decreto che spiega, tra le altre cose, l'apertura dei negozi nelle festività, come gestire il pranzo di Natale e gli spostamenti.

Covid: ecco le date-chiave in Lombardia. Tutte le tappe di dicembre / FOTO

Spostamenti vietati

Il nodo degli spostamenti tra regioni e tra comuni - vietatissimi, secondo l'ultimo Dpcm Natale, dal 21 dicembre al 6 gennaio - continua a procurare mal di pancia agli italiani e provoca la rivolta dei governatori, che giudicano la misura iniqua. Ma cosa si può fare prima del 21 dicembre? O meglio: mi posso spostare da una regione all'altra? Vediamo di scoprirlo, in attesa delle nuove Faq che chiariranno i dubbi sullo stretto periodo delle feste. Intanto bisognatenere d'occhio le coloriture delle regioni (gialle, arancioni o rosse): via libera agli spostamenti tra regioni gialle, mentre non sarà possibile uscire, né rientrare, in quelle arancioni o rosse. "Sarebbe bello dire 'togliamo ogni limitazione, ognuno può tornare alla propria normalità' - ha ripetuto Speranza - Ma non diremmo la verità e ci troveremmo a pagare un prezzo enorme". Una posizione confermata dagli scienziati. È vero infatti che ci sono "molti segnali positivi", ha avvertito il presidente dell'Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro, ma va in ogni caso mantenuta "alta l'attenzione nelle misure di contenimento". Significa, traduce il direttore della Prevenzione del ministero Gianni Rezza, che "serve prudenza per le feste" e vanno ancora "evitate le aggregazioni" e gli assembramenti. Ed è su quest'ultimo aspetto che si concentreranno le verifiche che il Viminale sta predisponendo.

Più controlli sulle strade

Il piano per Natale prevede controlli intensi anche se, viene ribadito, non ci sarà la stessa rigidità applicata durante il lockdown perché in quel caso c'erano divieti molto più stringenti. L'attenzione in particolare si concentrerà dal 21 dicembre al 6 gennaio sul rispetto del coprifuoco, sui divieti di spostamento, con verifiche a campione e poi più serrate nei giorni di festa e nei weekend, e sul monitoraggio, anche con i droni, di strade e piazze dello shopping per evitare gli assembramenti. A Roma partiranno già nel fine settimana e via via seguiranno in tutto il resto d'Italia. Con sempre il solito obiettivo: evitare di cominciare il 2021 con la terza ondata del virus, gli ospedali di nuovo pieni e le centinaia di morti al giorno. 

image

La nuova mappa delle regioni

Nel frattempo mezza Italia, undici regioni, è tornata gialla. Sono cambiati i colori per otto regioni, con le tre nuove ordinanze del ministro della Salute Roberto Speranza. Sono diventate arancioni (da rosse) Campania, Toscana, Valle D’Aosta e la Provincia Autonoma di Bolzano che vanno ad aggiungersi a Calabria, Lombardia, Piemonte e Basilicata. Passaggio al giallo, invece, EmiliaRomagna, Friuli-Venezia Giulia, Marche, Puglia e Umbria che si aggiungono a Sicilia, Liguria, Lazio, Molise, Sardegna, Veneto e provincia di Trento. Nelle quattro nuove regioni arancioni da domani sarà possibile riaprire i negozi. Resta invece rossa, unica regione italiana, l’Abruzzo.

Zone Covid Italia: la Lombardia vuole il giallo. Ecco la nuova mappa delle regioni / PDF

Da zona arancione a zona gialla, cosa cambia?

Spostamenti

Ci si può spostare senza particolari limitazioni sia tra comuni che verso altre regioni se la destinazione è un'altra zona gialla, si possono anche attraversare le zone rosse per raggiungere un'altra zona gialla, basta non fermarsi. Unico limite è il coprifuoco: è vietato spostarsi dalle 22 alle 5.  Dalle 5 alle 22 non è necessario motivare i propri spostamenti. Dalle 22 alle 5, si deve essere sempre in grado di dimostrare che lo spostamento rientra tra quelli consentiti, anche mediante autodichiarazione che potrà essere resa su moduli prestampati già in dotazione alle forze di polizia statali e locali. La veridicità delle autodichiarazioni sarà oggetto di controlli successivi e l’accertata falsità di quanto dichiarato costituisce reato. La giustificazione del motivo di lavoro può essere comprovata anche esibendo adeguata documentazione fornita dal datore di lavoro (tesserini o simili) idonea a dimostrare la condizione dichiarata. Chi si trova fuori dal proprio domicilio, abitazione o residenza potrà rientrarvi. Con riguardo alle abitazioni private, è fortemente raccomandato non ricevere persone diverse dai conviventi, salvo che per esigenze lavorative o situazioni di necessità e urgenza.

Seconde case

Per quanto riguarda il raggiungimento delle seconde case (al mare, in montagna o altrove), se sia la prima che la seconda casa si trovano entrambe in un comune dell’area gialla è consentito lo spostamento. Se la seconda casa si trova in un comune dell’area arancione o di quella rossa, è consentito solo se dovuto alla necessità di porre rimedio a situazioni sopravvenute e imprevedibili (quali crolli, rottura di impianti idraulici e simili, effrazioni, ecc.) e, comunque, secondo tempistiche e modalità strettamente funzionali a sopperire a tali situazioni. 

Negozi e centri commerciali

Non sono previste limitazioni alle categorie di beni vendibili. Nelle giornate festive e prefestive sono chiusi gli esercizi commerciali presenti all'interno dei centri commerciali e dei mercati, a eccezione delle farmacie, parafarmacie, presidi sanitari, punti vendita di generi alimentari, tabacchi ed edicole. Le attività commerciali al dettaglio si svolgono comunque a condizione che sia assicurato, oltre alla distanza interpersonale di almeno un metro, che gli ingressi avvengano in modo dilazionato e che venga impedito di sostare all'interno dei locali più del tempo necessario all'acquisto dei beni. Inoltre, le attività aperte devono rispettare i protocolli o le linee guida idonei a prevenire o ridurre il rischio di contagio nel settore di riferimento o in ambiti analoghi relativi rispettivamente al “Commercio al dettaglio” e alle “Misure per gli esercizi commerciali”. Fra queste vi è il mantenimento, in tutte le attività, del distanziamento interpersonale e la pulizia e l’igiene ambientale almeno due volte al giorno e in funzione dell’orario di apertura, nonché la garanzia di adeguata aereazione naturale e ricambio d'aria. È inoltre obbligatorio far rispettare le altre misure anti-contagio, come l’ingresso uno alla volta negli esercizi di vicinato (fino a 40 metri quadrati), oltre a un massimo di due operatori e l’accesso regolamentato e scaglionato, in proporzione alla relativa superficie aperta al pubblico, nelle medie e grandi strutture di vendita, differenziando, ove possibile, percorsi di entrata e di uscita. A tal fine, è obbligatorio esporre un cartello che indichi il numero massimo di persone che possono essere contemporaneamente presenti all’interno dei locali. Infine, è previsto l’uso obbligatorio di mascherine e guanti per i lavoratori e quello del gel per disinfettare le mani e dei guanti monouso, particolarmente negli esercizi di vendita di generi alimentari e bevande, da mettere a disposizione in prossimità delle casse e dei sistemi di pagamento, nonché, ove possibile, individuare percorsi diversi per entrate e uscite.

Bar e ristoranti

Bar, ristoranti, pasticcerie e gelaterie restano aperti fino alle 18. Nelle aree o negli orari in cui è sospeso il consumo di cibi e bevande all’interno dei locali (dopo le 18), l’ingresso e la permanenza negli stessi da parte dei clienti sono consentiti esclusivamente per il tempo strettamente necessario ad acquistare i prodotti d’asporto (che rimane consentito oltre la chiusura) e sempre nel rispetto delle misure di prevenzione del contagio. Non sono comunque consentiti, in ogni luogo e momento della giornata, né gli assembramenti né il consumo in prossimità dei locali. Possono restare aperti oltre le 18 solo gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande nelle aree di servizio e rifornimento carburante situate lungo le autostrade (autogrill), negli ospedali e negli aeroporti, con obbligo di assicurare in ogni caso il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro, proprio come avveniva già in zona arancione.

Teatri e mostre

Chiusura h24 di teatri, mostre e musei, sale bingo, centri scommesse e slot machine, anche in bar e tabaccai. 

Eventi, fiere e manifestazioni locali

Eventi, anche a carattere commerciale di natura fieristica, come nel caso dei cosiddetti mercatini di Natale, ma realizzate fuori dell’ordinaria attività commerciale in spazi dedicati ad attività stabile o periodica di mercato, sono da assimilare alle fiere e sono quindi vietate. Lo svolgimento delle manifestazioni pubbliche è consentito soltanto in forma statica e a condizione che, nel corso di esse, siano osservate le distanze sociali prescritte e le altre misure di contenimento.

Sport

Le attività di palestre, piscine, centri natatori, centri benessere e centri termali sono sospese, fatta eccezione per l'erogazione delle prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza per le attività riabilitative o terapeutiche e per gli allenamenti degli atleti, professionisti e non professionisti, che devono partecipare a competizioni ed eventi riconosciuti di rilevanza nazionale con provvedimento del CONI o del CIP. È consentito recarsi presso centri e circoli sportivi, pubblici e privati, dell’area gialla, per svolgere esclusivamente all'aperto l’attività sportiva di base, nel rispetto delle norme di distanziamento sociale e senza alcun assembramento, in conformità con le linee guida emanate dall'Ufficio per lo sport, sentita la Federazione medico sportiva italiana (FMSI), con la prescrizione che è interdetto l'uso di spogliatoi interni a detti circoli. Sospeso lo svolgimento degli sport di contatto. Sono inoltre vietate tutte le gare, le competizioni e tutte le attività connesse agli sport di contatto di carattere amatoriale. Tuttavia, è consentito svolgere all’aperto e a livello individuale i relativi allenamenti e le attività individuate con il suddetto decreto del ministro dello sport del 13 ottobre 2020, nonché gli allenamenti per sport di squadra, che potranno svolgersi in forma individuale, all’aperto e nel rispetto del distanziamento.

Trasporti

Ridotta al 50% la capienza di bus e treni regionali.

Mascherine e dispositivi di protezione

I dispositivi di protezione delle vie respiratorie (meglio conosciuti come mascherine) devono essere obbligatoriamente indossati sia quando si è all’aperto, sia quando si è al chiuso in luoghi diversi dalla propria abitazione, fatta eccezione per i casi in cui è garantito l’isolamento continuativo da ogni persona non convivente. L’obbligo non è previsto per: bambini sotto i 6 anni di età; persone che, per la loro invalidità o patologia, non possono indossare la mascherina; operatori o persone che, per assistere una persona esente dall’obbligo, non possono a loro volta indossare la mascherina (per esempio: chi debba interloquire nella L.I.S. con persona non udente). Inoltre, non è obbligatorio indossare la mascherina, sia all’aperto che al chiuso: mentre si effettua l’attività sportiva; mentre si mangia o si beve, nei luoghi e negli orari in cui è consentito; quando si sta da soli o esclusivamente con i propri conviventi. Per quanto riguarda lo svolgimento dell’attività lavorativa e delle attività scolastiche, la mascherina è obbligatoria nelle situazioni previste dagli specifici protocolli di settore. È comunque fortemente raccomandato l'uso delle mascherine anche all'interno delle abitazioni private, in presenza di persone non conviventi.

Autocertificazione

L’autocertificazione serve soltanto durante la fascia oraria del coprifuoco prevista dalle 22.00 alle 5.00, quando cioè gli spostamenti (di qualsiasi tipo, anche all’interno del proprio comune) diventano vincolati ai motivi di lavoro, di urgenze o di necessità.