Lodi, il sindaco Casanova scruta il 2018: "Arriva l’università, saremo pronti"

L’esponente della Lega: ho ereditato un sacco di problemi

Il sindaco di Lodi Sara Casanova

Il sindaco di Lodi Sara Casanova

Lodi, 3 gennaio 2018 - Per la leghista Sara Casanova, 40 anni, architetto, è già tempo per il primo “tagliando”. A poco più di sei mesi dal suo insediamento a Palazzo Broletto, il primo sindaco donna nella storia della città, tira le somme dell’anno appena concluso, con un occhio a quello che sarà il 2018.

Casanova, qual è il bilancio dei primi sei mesi da sindaco?

«Diciamo che ho rodato il motore: vedere i conti, riorganizzare la macchina comunale, capire cosa c’è che non funziona e cosa sì. Fare il sindaco è entusiasmante, ma non facile. I primi risultati si vedono, non li elenco tutti ma solo alcuni: abbiamo riconsegnato ai lodigiani il parco di via Fascetti, abbiamo aumentato i controlli e incrementato il corpo di polizia municipale, ci sono più cestini, siamo partiti con la riscossione dei tributi non versati. Per ultimo la festa in piazza di Capodanno che ha riscosso grande successo».

Il 2018 sarà un anno cruciale con l’arrivo dell’università: Lodi come si sta preparando?

«Sono felicissima per questa sfida e ci stiamo preparando prima di tutto collegando l’università al centro della città in due modi, oltre al collegamento con il trasporto pubblico locale in tempi relativamente brevi, sarà realizzata una ciclopedonale di collegamento a seguito della riqualificazione di un sottopasso della tangenziale esistente».

Quale sarà la priorità dell’Amministrazione nel 2018 sul fronte opere pubbliche?

«Lavorare affinché le strutture siano più sicure per quanti le utilizzano. Il teatro alle Vigne, lo stadio della Dossenina, il palazzetto dello sport alla Faustina, le scuole: dobbiamo mettere a norma molti edifici del patrimonio comunale lasciati a se stessi, non curati».

Questione migranti. Lodi è ancora disponibile ad accogliere?

«No, sul punto siamo stati molto chiari. Subiamo già un’ingiusta e assurda e numericamente insostenibile pressione migratoria. Lodi ha dato e sta dando. Su molti fronti noi sindaci abbiamo le mani legate quello che posso fare è di chiedere che le regole siano rispettate, che le strutture siano a norma ed è quello che stiamo controllando».

Il Lodigiano è sempre più leghista. A Codogno per esempio col nuovo sindaco Passerini si è visto un netto cambio di passo nell’amministrazione della città. A Lodi perché questo non si è visto? Si partiva da un punto già alto? Ci sono più difficoltà? Quali?

«Francesco Passerini è un ottimo sindaco e un amico: credo che non abbia trovato la sua città nello stato in cui io ho trovato questa. Se dovessimo parlare dei problemi che io ho ereditato tutte le pagine del vostro giornale non basterebbero. E i conti li facciamo alla fine della legislatura».

Capitolo Parco tecnologico. Ci sono margini per salvare l’ente?

«Stiamo facendo il possibile per salvaguardare il lavoro dei dipendenti e dei fornitori oltre che il capitale di conoscenza fin qui prodotto. Diciamo che negli ultimi tre anni chi ci ha preceduto non ha svolto il proprio ruolo con la stessa responsabilità e con il dovuto rispetto delle risorse pubbliche che stiamo usando noi».

La scelta di delegare a Cristiano Devecchi la guida del Ptp è stata criticata dall’opposizione: la rifarebbe?

«È una polemica strumentale e inutile. Cristiano Devecchi è stato nominato all’unanimità e non percepisce un euro di indennità come la sottoscritta».

Cosa promette per il 2018?

«Nessuno sperpero di denaro pubblico, farò rispettare le regole a tutti senza alcuna distinzione e continuerò a impegnarmi come in questi primi 6 mesi, con lo stesso entusiasmo e la stessa costanza».