Elezioni comunali a Lodi Vecchio, la candidata sconfitta ricorre al Tar

L’accusa rivolta al Comune è di aver distrutto le schede in più, non timbrate, come aveva indicato di fare la Prefettura

Eva Pizzi, la candidata sconfitta che ha presentato ricorso

Eva Pizzi, la candidata sconfitta che ha presentato ricorso

Lodi Vecchio (Lodi(, 2 luglio 2019 - ​«Questo ricorso al Tar sul risultato delle elezioni è una cosa abnorme, dissennata, sconsiderata: descrive una Lodi Vecchio che Eva Pizzi continua a dimostrare di non conoscere e che, per fortuna, non l’ha accolta».

La reazione del sindaco Osvaldo Felissari (Pd), eletto con 2.340 voti (il 59,62%), al ricorso presentato al Tar da parte della lista di centrodestra, che ha ottenuto 1.419 preferenze (il 36,15%), rasenta l’incredulità: «Tutti i consiglieri, tra cui molti giovani debuttanti, si sono visti recapitare una notifica del ricorso: se le elezioni venissero annullate tutti noi decadremmo. Questa sera (ieri, ndr) avrò un incontro con tutta la lista “Vivere Lodi Vecchio” per decidere come reagire. L’accusa rivolta al Comune è di aver distrutto le schede in più, non timbrate, come aveva indicato di fare la Prefettura. Pizzi invece di pensare a brogli elettorali avrebbe dovuto interrogarsi su come sia normale che ci sia un rovescio di consensi tra voto europeo (dove Lega, Fi e Fratelli d’Italia, insieme, hanno preso 2.205 voti, il 57,44%) e locale». A prendere le distanze da Pizzi è lo stesso segretario provinciale della Lega, Claudio Bariselli.

«Non è un’iniziativa della Lega, ma della candidata – sottolinea –. Come Lega noi riconosciamo la vittoria di Felissari, per quanto possano esserci cose da chiarire non abbiamo condiviso la linea del ricorso». «Non vogliamo che l’iniziativa venga strumentalizzata dalla politica perché è una presa di posizione civica tesa a fare chiarezza e a dare trasparenza e risposte a tutti gli abitanti – ha scritto ieri in una nota Pizzi, che ha presentato il ricorso il 21 giugno insieme ai candidati Stefano Tusi e Paola Di Rico –. A fronte di semplici richieste di accesso agli atti in Comune e nelle sedi competenti alcuni documenti non ci sono mai stati forniti, altri addirittura risulterebbero essere stati distrutti ben prima dello scadere dei 30 giorni, termine ultimo per presentare ricorso, nonostante le nostre richieste di accesso a tutti gli atti, precludendoci cosè le verifiche di legge. Se non vi fosse stata la distruzione di tali documenti si sarebbe potuto richiedere un semplice riconteggio, invece oggi ci vediamo costretti a denunciare anomalie ben più gravi, documentate, che rendono inaccettabilmente opaca tutta la procedura elettorale».