Lodi, 4 settembre 2017 - «Matteo sei un grande», gli ha urlato una signora appena sceso dall’auto davanti al cancello dell’area del Capanno. Lui si è avvicinato e l’ha abbracciata. È iniziata così l’ultima serata alla festa dell’Unità di Lodi che ieri ha chiuso la 27esima edizione con il segretario nazionale del Pd, Matteo Renzi. Selfie, video e strette di mano per il segretario nazionale dei Dem che è tornato a Lodi per la quinta volta (l’ultima all’Icr a febbraio 2016). Ad accogliere l’ex premier alla festa è stato il suo braccio destro, il coordinatore del Pd Lorenzo Guerini, l’ex sindaco di Lodi che è al fianco di Renzi dal 2013. Insieme a lui anche il candidato del centrosinistra per la presidenza di Regione Lombardia, il sindaco di Bergamo Giorgio Gori. Il trio si è riunito per una breve chiacchierata informale nella sede provinciale per affrontare i temi caldi del momento: il referendum autonomista e la coalizione da mettere in campo, con annessa ipotesi primarie.
Poi, Renzi si è concesso ai suoi sostenitori. «Sono ogni giorno mentalmente a Lodi vivendo un’unione civile con Guerini», ha esordito Renzi con una battuta davanti a oltre 200 persone. «La priorità è sempre stata quella di creare nuovi posti di lavoro – spiega Renzi –. Per noi è un punto fondamentale. Poi ci sono quelli che propogono il reddito di cittadinanza, cioè soldi per tutti, basta essere italiani. Ma non è una soluzione. Se le cose vanno meglio in Italia è merito del nostro partito. Abbiamo rimesso in moto passo dopo passo questo paese. Abbiamo fatto degli errori, ma preferisco provare a cambiare le cose e non restare fermi». Poi, il leader del Pd è tornato sulla questione della giustizia (senza fare riferimenti precisi alla vicenda dell’ex sindaco Simone Uggetti, arrestato a maggio 2016 e ora imputato per turbativa d’asta per lo scadalo delle piscine) e concentrandosi sulla vicenda Consip: «Aspettiamo che arrivi fuori la verità sulla vicenda Consip – dice l’ex premier –. Il tempo è galantuomo. Chi ha gridato allo scandalo, si dovrà ricredere». In chiusura un attacco dell’ex premier alla Lega Nord. «Se c’è un partito che ha rubato è quello delle camice verdi (La Lega Nord, ndr), che dovrà restituire 49 milioni di euro. A dirlo è una sentenza del tribunale», ha dichiarato Renzi.