Lodi: Crea blocca l'acquisto, Sos crac al Tecnoparco

Il Consiglio per la ricerca in agricoltura di sfila dall’acquisto della sede del Parco tecnologico

La direttrice Ida Marandola

La direttrice Ida Marandola

Lodi, 14 marzo 2019 – Il Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) si sfila dall’acquisto della sede del Parco tecnologico padano di Lodi. Il centro di ricerca in agricoltura ha deciso ieri di congelare i progetti sul Lodigiano e il bando per la ricerca di un immobile nel Lodigiano è stato revocato «in via di autotutela».

La decisione pubblicata dall’ente di ricerca vigilato dal ministero delle Politiche Agricole rischia di far naufragare il progetto di salvataggio del Tecnoparco di cascina Codazza, almeno come pensato dal sindaco Sara Casanova. A pesare è la bufera giudiziaria che ha investito il Crea a livello nazionale il 5 marzo. Le indagini della procura di Roma e della Guardia di finanza hanno portato all’arresto della direttrice generale del Crea Ida Marandola per «gravi irregolarità» nella gestione dell’ente. Oltre a Marandola è finito ai domiciliari un altro funzionario: le accuse sono di peculato, abuso d’ufficio e falso. Il gip di Roma ha anche disposto il sequestro di beni per 8 milioni.

Un grosso problema per il polo di Lodi. Solo pochi giorni fa è infatti partita la newco, la nuova compagnia che dovrà rilanciare il polo e rientrare, in 5 anni, dal debito da 17,5 milioni di euro che ancora grava sul cluster di ricerca in agroalimentare e bioeconomia, facendo proprio affidamento anche sull’interesse del Crea che avrebbe dovuto aprire al Ptp di Lodi la sua unica sede lodigiana, sollevando il Parco di parte dei debiti nei confronti di 4 banche (Bpm, Sanpaolo, e le Bcc Centropadana e Laudense) dovuti al mutuo per la costruzione dell’edificio. In Broletto intanto stanno valutando soluzioni alternative per riuscire a sbrogliare una situazione delicatissima.