Lodi, il Gruppo Lavoratori Anziani Polenghi chiude

Riconsegneremo i locali al Comune entro fine anno: peccato

Alcuni dei cimeli

Alcuni dei cimeli

 Lodi, 14 giugno 2018 - "Abbiamo già disdetto luce e gas; riconsegneremo i locali al Comune entro fine anno. Peccato, perché il Gruppo Lavoratori Anziani Polenghi, fondato nel 1980 e presieduto da Bassiano Pizzamiglio, ha svolto tante attività. Il problema è dove mettere tutti i cimeli dello storico stabilimento". Arduino Baraldi, 75 anni, 21 dei quali passati alla Polenghi Lombardo, vicepresidente del Gruppo da 12 anni, mostra i pezzi più antichi esposti nella sede di via Gorini, dove si respirano ancora un po’ degli anni gloriosi dell’azienda lattiero casearia fondata nel 1870 a Codogno da Pietro e Paolo Polenghi e che già all’epoca esportava a Londra, poi nel resto del mondo.

Oltre alla foto in banco e nero del cavalier Pietro la sede custodisce un medagliere, frutto della partecipazione a fiere internazionali, la vecchia targa della ‘Società di esportazione Polenghi Lombardo’, le magliette delle squadre sportive sponsorizzate, tante foto, tra cui quelle col presidente Ciampi fatto socio onorario nella sua visita a Lodi, tre mattoni recuperati durante l’abbattimento della sede di Lodi, aperta nel 1900 e demolita (al suo posto c’è Bpl) nel 1984 con un’ammaina bandiera, dopo il trasferimento completo delle attività a San Grato (iniziato nel 1977).

«Mi diplomai all’istituto Spallanzani di Castelfranco Emilia a giugno e il primo luglio ero già in Polenghi: mi innamorai di Angela Mazzola, dipendente per 28 anni e anche lei consigliera del Gruppo, la sposai (è morta 8 anni fa, ndr) e restai a Lodi – ricorda Baraldi –. Era il 1961 e c’erano 1.730 dipendenti tra Lodi, Casale, Codogno, Secugnago e altri comuni; oggi sono una cinquantina. La Polenghi era l’unica azienda ad avere il latte e tutti i prodotti derivati all’avanguardia: non solo burro e formaggi ma anche latte in polvere, latte e cacao, ‘Addilat’ simile al latte materno, oltre alle famose ‘Galatine’: quando ne dismisero la produzione mia moglie, che era capo-reparto, venne a casa piangendo. È stato l’inizio della fine, dal crac della Federconsorzi al finanziere Cragnotti senza che gli amministratori locali riuscissero mai a concretizzare una cordata di imprenditori locali. Il Gruppo organizzava viaggi, ha fatto riconoscere 14 ‘maestri del lavoro’, ottenuto l’intitolazione di via Polenghi: ma da 438 soci oggi siamo una quarantina e i fondi bastano appena per le spese di chiusura".