Selvaggina ammalata di aviaria: abbattuti ventiduemila fagiani a Zelo

Zelo Buon Persico, il titolare: "Danno per oltre centomila euro"

Ovidio Brambilla, direttore dell’allevamento

Ovidio Brambilla, direttore dell’allevamento

Zelo Buon Persico, 25 agosto 2017 - Focolaio di influenza aviaria, soppressi 22mila fagiani in un allevamento di Zelo. "Non era mai successo in 50 anni di attività, una vera sfortuna che provocherà danni per oltre un centinaio di migliaia di euro". E’ il direttore nonchè uno dei titolari dell’allevamento di selvaggina da ripopolamento di Zelo Buon Persico Ovidio Brambilla a parlare dopo che, come ribadiscono i carabinieri della compagnia di Lodi, durante semplici controlli ordinari, è emerso un focolaio di influenza aviaria e purtroppo la Società Agricola zelasca di Cascina Ca’ Isola ha dovuto adeguarsi. Si tratterebbe del sottotipo H5N8.

L'azienda si trova nel Parco Adda Sud a un chilometro circa dal Parco ittico ed è molto conosciuta nella zona. La conferma della positività è arrivata dal Centro di referenza nazionale per l’influenza aviaria. Si tratta della trentunesima allerta dall’inizio dell’anno per questo virus ad alta patogenicità in Italia ma del primo caso in provincia di Lodi. Solo il 5 agosto scorso, nella vicina provincia di Pavia, era intanto risultato infetto un allevamento di 965 oche da carne. Martedì e mercoledì invece in Veneto sono scattate altre due allerte. L’aviaria è una malattia infettiva contagiosa altamente diffusiva, dovuta a un virus influenzale (orthomyxovirus), che colpisce diverse specie di uccelli selvatici e domestici, con sintomi che possono essere inapparenti o lievi (virus a bassa patogenicità), oppure gravi con interessamento degli apparati respiratorio, digerente e nervoso e alta mortalità (virus ad alta patogenicità). Il virus può trasmettersi agli umani, come è stato definitivamente dimostrato dal 1997.

"Siamo stati colpiti da questa influenza aviaria in maniera improvvisa – dichiara Brambilla –. Abbiamo sempre fatto controlli periodici degli animali tramite l’Azienda sanitaria territoriale e in molti anni i fagiani non sono mai risultati positivi ai test. E’ la prima volta dal 1965, anno in cui abbiamo iniziato. Nel 2017 abbiamo però subito 3 trombe d’aria che hanno creato un aumento delle malattie virali e pensiamo sia stata quella la causa del focolaio. L’ultima tromba d’aria l’abbiamo avuta i primi di agosto, una domenica sera. Gli animali poi restano più fragili». Gli animali abbattuti sono 22mila, di razza Manciuria (una tipologia che ha caratteristiche di volo particolari ed è molto bella da vedere) «sono nati nell’allevamento il 4 aprile, le uova arrivavano dalla Francia ed era tutto in ordine, poi la brutta notizia emersa dai controlli, proprio quando erano quasi adulti e pronti per essere liberati al fine del ripopolamento della selvaggina. Siamo noi i primi a controllarli prima di lasciarli» prosegue. «I 22mila esemplari sono stati totalmente abbattuti, trattandosi di un male incurabile. L’area è stata disinfestata. Quindi non c’è stato contatto col mondo esterno. Abbiamo quasi ultimato le operazioni e per quest’anno non abbiamo necessità di prendere nuovi animali, ci penseremo poi. L’allevamento ora rimarrà vuoto un anno".