La mozzarella di bufala? Made in Lodigiano

Il padre “inventò” il riso Carnaroli. Oggi Achille De Vecchi produce mozzarelle rigorosamente nostrane

Le bufale in stalla

19 giugno 2018, achille devecchi, cascina molinetto, bufale.

Zelo Buon Persico (Lodi), 23 giugno 2018 - Produrre mozzarelle di bufala nel Nord Italia, con latte lombardo? Potrebbe sembrare un’idea bizzarra. Eppure, un agricoltore del Sud Milano ci sta provando. Achille De Vecchi, del resto, è figlio d’arte e non è nuovo alle sperimentazioni. Suo padre Angelo era il “re del risotto”, ovvero è stato lo scopritore, nel 1945 a Paullo, del seme del Carnaroli, una varietà di riso oggi nota in tutto il mondo e apprezzata per la sua qualità. Perciò la storia dei De Vecchi travalica i confini locali ed è ancora attuale, come ha dimostrato la sagra “El dì de la festa” della scorsa settimana, una due-giorni d’iniziative al Parco Muzza, che ha reso omaggio alle tradizioni agricole e gastronomiche di Paullo. In principio fu Angelo De Vecchi, risicoltore e agronomo.

Il percorsoche lo portò, insieme al cugino Ettore, a individuare il seme del Carnaroli è stato laborioso ed è durato anni. Studi meticolosi, decine di prove e incroci fra le sementi segnano il cammino di una lunga ricerca, che coinvolse anche il camparo della zona (la persona che si occupava di distribuire l’acqua a campi e poderi). «Proprio il camparo, scoraggiato, un giorno chiese a mio padre: ‘La tua ricerca durerà ancora a lungo?’ - racconta Achille, classe 1939 -. Papà rispose: ‘Fidati. Ci vuole pazienza’. Poi, quando finalmente riuscì a selezionare la semente che cercava, la chiamò col nome del camparo. Ora quel riso è il più famoso del mondo».

Subentrato al padre, Achille ha continuato per un po’ a fare il risicoltore, poi, negli anni Settanta, ha ceduto il marchio Carnaroli all’Ente nazionale Risi, attraverso un atto notarile. «Resta la soddisfazione di aver dato origine al tutto. Quell’alimento è un grande patrimonio, va conservato. È delicato, la sua caratteristica principale è la capacità di tenere la cottura».

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Oggi Achille De Vecchi produce mozzarelle e formaggi di bufala, preparati col 100% di latte lombardo. «Prima tenevo vacche e maiali. Dopo l’assegnazione delle quote latte, ho deciso di vendere tutto. Adesso allevo 150 bufale a Zelo Buon Persico. Gli affari vanno discretamente». Un esempio di agricoltura che sa reinventarsi ed è riuscita così a uscire dalle secche della crisi. “Il molino delle bufale” è il nome del marchio, spesso presente coi propri banchi nei mercati a chilometro zero e nelle aree dedicate allo street food, all’interno di sagre e iniziative di piazza. Tra i generi in vendita, anche il gorgonzola e il gelato di bufala. Ogni giorno l’azienda produce circa 200 chili di formaggio, «con una filiera controllata e sicura».