A pranzo dall'oste Mario Cattaneo per ribadire che "la difesa è sempre legittima"

L'associazione Unavi a sostegno del ritoratore che nel 2017 sparò e uccise un ladro entrato nel suo ristorante

Il pranzo dall'oste Mario Cattaneo

Il pranzo dall'oste Mario Cattaneo

Casaletto Lodigiano, 19 dicembre 2021 - "La difesa deve essere sempre legittima". L'hanno ribadito ancora una volta i rappresentanti dell'associazione Unavi, l'associazione nazionale delle vittime, composto da un gruppo di commercianti provenienti da tutta Italia vittime di rapine, che oggi si sono ritrovati a pranzo all'osteria dei Amis di Gugnano, frazione di Casaletto Lodigiano, il locale di Mario Cattaneo dove dal cui fucile, la notte del 10 marzo 2017, partì una rosa di pallini che uccise un ladro di nazionalità romena, il 33enne Petre Ungureanu, che si era introdotto nottetempo nel suo ristorante per rubare.

Cattaneo, assolto in primo grado dal tribunale di Lodi a fine gennaio 2020, è in attesa ancora del processo d'Appello che si terrà a Milano. La Procura di Lodi ha infatti presentato il ricorso. Una mossa che ha spiazzato l'oste che sperava nella chiusura della sua vicenda giudiziaria. "Non è bastata un’assoluzione con formula piena: per l’oste Mario Cattaneo l’incubo non è ancora finito per i tempi, troppo lenti, della giustizia", dice Paola Radaelli, presidente Unavi, l’Unione nazionale delle vittime, che oggi è intervenuta ancora una volta sulla vicenda avvenuta nel cortile del ristorante di Gugnano. Quella che riguarda il ristorante lodigiano è per l'associazione una "situazione inaccettabile".

Presenti all'appuntamento, oltre ad altre vittime, anche l’assessore regionale alla Sicurezza, Riccardo De Corato, e l’esponente di Fratelli d’Italia Paola Frassinetti e il consigliere regionale Federico Romani. "Non si possono aspettare due anni in questo modo – sottolinea Radaelli –. Saremo da Mario Cattaneo con le varie vittime di reato che hanno avuto ladri in casa e che hanno reagito avendo poi problematiche con la legge, per dimostrargli la nostra vicinanza".

Ad assistere Cattaneo resta l'avvocato Vincenzo Stochino che nel processo di primo grado è riuscito a dimostrare, grazie al supporto dell'avvocato lodigiano Ennio Ercoli, l'innocenza del ristoratore. Il giudice di Lodi Francesca Lisciandra nelle motivazioni della sentenza di primo grado aveva sottolineato che la traiettoria della rosa di pallini partita dal fucile "segue una direzione basso-alto" e che "l'istruttoria ha dimostrato che l'arma non è stata utilizzata per ferire, bensì che era stata presa proprio allo scopo di intimidire gli aggressori e farli scappare, onde evitare che potessero fare del male ai familiari (si rammenta che in casa vi erano tre bambini in tenerissima età)". "Dall'assenza di causalità deriva l'insussistenza del fatto", secondo il giudice, e Cattaneo "dovrà pertanto essere mandato assolto dal reato a lui ascritto perché il fatto non sussiste". Ma il caso non è ancora chiuso.