Una stele per chiedere la verità su Borsellino

Castelgerundo, all’inaugurazione la nipote nata sei anni dopo la strage: "La storia deve pretendere una risposta dalla giustizia"

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di Mario Borra

"Oggi non sappiamo ancora tutta la verità sulla morte di Paolo Borsellino. E oggi è venuto il momento che la storia pretenda di avere una risposta dalla giustizia. Vogliamo un’unica verità, non un contentino". Risuonano con forza le parole di Chiara Corrao, nipote di Paolo e Rita Borsellino, nata sei anni dopo la strage di via d’Amelio e di Capaci dove, pochi mesi prima, saltò in aria anche Giovanni Falcone, l’altro magistrato sulle barricate contro la mafia ed amico di Borsellino.

Di fianco a lei, ieri pomeriggio, nella piazza in località Cavacurta dedicata ai due magistrati, c’era la stele dedicata ai giudici che, pochi minuti dopo, è stata scoperta: due parallelepipedi in acciaio con impressa una delle frasi iconiche attribuite ai due "servitori" dello stato. Il monumento è stato voluto dall’Amministrazione comunale di Castelgerundo che ha ritenuto doveroso celebrare con un momento solenne questa iniziativa: il territorio ha risposto con la presenza delle massime cariche amministrative, dal presidente della Provincia di Lodi Fabrizio Santantonio all’assessore regionale Pietro Foroni. Proprio l’esponente della giunta lombarda ha invitato i presenti, nel suo intervento, a non pensare che da noi il fenomeno mafioso sia lontano in quanto si presenta solo in maniera differente per potersi meglio infiltrare. Santantonio ha invece spostato la riflessione sulla necessità di essere cittadini attivi perchè il concetto di legalità possa essere declinato in maniera concreta.