Una fine ingloriosa Colpa di funghi e trombe d’aria

Era l’opera di arte in natura più grande del mondo. La Cattedrale vegetale di Lodi, inaugurata ad aprile 2017 alla presenza del critico d’arte Philippe Daverio, sulla riva sinistra dell’Adda, per onorare la memoria di Giuliano Mauri, artista di Lodi scomparso nel 2009, occupava un’area di oltre 1.600 metri quadrati. Una struttura imponente, con 108 colonne di legno che circondavano alberi di quercia, diventata un simbolo per i lodigiani e visitata da migliaia di turisti provenienti anche dall’estero. Ma, a dispetto dei 300mila euro serviti per realizzarla aveva evidenziato quasi subito diversi problemi strutturali. Tutta colpa di un fungo che nel 2018 aveva determinato il crollo di circa 70 delle 108 colonne lignee. Poi anche due trombe d’aria avevano fatto cadere altre colonne dell’opera. Fino al 23 dicembre 2019 quando il Comune aveva deciso, per motivi di sicurezza, di eliminare le ultime 28 colonne.