Sentenza Uggetti, troppo delicata per motivarla in 3 mesi

I giudici ottengono una proroga per depositare le ragioni dell’assoluzione in secondo grado dell’ex sindaco

Simone Uggetti

Simone Uggetti

Lodi - Una sentenza troppo delicata per poter essere motivata in soli tre mesi. I giudici della Corte d’appello di Milano che hanno assolto con formula piena il 25 maggio l’ex sindaco di Lodi Simone Uggetti, 48 anni, hanno chiesto e ottenuto più tempo per depositare le motivazioni della sentenza. Il presidente della Corte d’appello di Milano Giuseppe Ondei ha infatti deciso di concedere una proroga. Altri 90 giorni per motivare la sentenza di secondo grado che ha scagionato dall’accusa di turbativa d’asta l’ex primo cittadino travolto nello scandalo delle piscine scoppiato con l’arresto di Uggetti la mattina del 3 maggio 2016, per cui passò dieci giorni a San Vittore e 25 ai domiciliari.

Una lunga battaglia durata oltre cinque anni, che ha portato all’assoluzione davanti alla Corte d’appello di Milano perché "il fatto non sussiste", dopo essere stato condannato in primo grado dal Tribunale di Lodi a 10 mesi (pena sospesa). Il termine per depositare il perché della scelta dei giudici di assolvere in appello Uggetti, dunque, è stata spostata dal 28 agosto, termine originario per depositare le argomentazioni che hanno fatto cadere per l’ex sindaco Pd e i suoi tre coimputati l’accusa di turbativa d’asta, alla fine di novembre.

Una mossa che non ha sorpreso le parti coinvolte (la Procura di Lodi valuterà se presentare ricorso in Cassazione) dopo tutto il polverone politico che è stato sollevato già poche ore dopo la sentenza del 25 maggio. La storia di Uggetti, infatti, è diventata una vicenda nazionale, affrontata sui giornali e in televisione. E su cui anche il ministero degli Esteri ed esponente di spicco del Movimento 5 stelle, Luigi Di Maio, ha chiesto scusa dopo l’accanimento dei pentastellati nei confronti dell’ex primo cittadino di Lodi.