Caso piscine, Marini si difende: "Sono stato ingenuo, ma in buona fede"

Lodi, l'avvocato è coinvolto insieme all'ex sindaco Uggetti

L’ex sindaco Simone Uggetti all’uscita dal Tribunale

L’ex sindaco Simone Uggetti all’uscita dal Tribunale

Lodi, 20 luglio 2017 - "Ho la coscienza pulita. Sono stato solo ingenuo". E’ durato più di cinque ore (e dovrà concludersi nell’udienza del 19 settembre) l’esame dell’imputato Cristiano Marini, 39 anni, avvocato, a processo per turbativa d’asta insieme all’ex sindaco Simone Uggetti, all’imprenditore Luigi Pasquini e al dirigente comunale Giuseppe Demuro. Marini, che secondo la Procura di Lodi è stato il braccio destro di Uggetti nella realizzazione del bando per l’assegnazione della gestione delle piscine estive Belgiardino e Ferrabini, per l’accusa disegnato ad hoc per favorire la società Sporting Lodi, ha risposto alle domande del pm Laura Siani, ripercorrendo ogni passaggio della vicenda davanti al giudice Lorenza Pasquinelli.

Delicata la posizione di Marini, che finì in manette il 3 maggio 2016 insieme a Uggetti e tornò in libertà solo 36 giorni più tardi. In aula, ieri, Marini, ex consigliere di Sporting Lodi e della municipalizzata Astem, ha raccontato della circostanza che lo aveva visto, il 29 febbraio 2016, nell’ufficio di Uggetti a Palazzo Broletto, mentre modificava la bozza del bando delle piscine. In quell’occasione, Caterina Uggè, la funzionaria dell’ufficio sport che aveva scritto quel bando, venne contattata dall’ex sindaco per discutere di un punto della bozza. Uggè, qualche giorno dopo, denunciò quello che aveva visto alla Guardia di finanza, facendo partire le indagini. "Quando la Uggè entrò nell’ufficio mi sembrò stupita di vedermi lì - ha spiegato Marini -. Avevamo bisogno di qualche spiegazione sull’assegnazione di alcuni punteggi. Mi chiese di uscire, per spiegare il passaggio del bando solo a Uggetti. C’era un errore di valutazione da parte della Uggè che avrebbe provocato errori anche in fase di gara. Dopo quell’episodio, del bando non parlai più con Uggetti fino alla pubblicazione".

Il 6 aprile erano iniziate a circolare voci su una possibile indagine in merito al bando di gara per la gestione delle piscine scoperte di Lodi. Terrore a Palazzo Broletto, confermato anche dal tono delle telefonate tra Uggetti e Marini. "Da quel giorno ho avuto il presentimento che Caterina Uggè potesse aver male interpretato il mio confronto con Uggetti sul bando - ha spiegatoMarini -. Ho sempre pensato di fare le cose in buona fede. Ho sempre creduto che il sindaco mi stesse chiedendo un parere sul bando come legale, non ho mai pensato al bando come consigliere di Sporting Lodi".

Marini ha spiegato in aula anche l’intercettazione-chiave dell’inchiesta: "E se formattiamo?", aveva detto Uggetti al telefono con Marini il 6 aprile 2016, riferendosi alla volontà di formattare i due hard disk del computer dell’ex primo cittadino per nascondere le prove della turbativa d’asta e al successivo arresto del 3 maggio."A Uggetti ho sempre detto di non formattare - ha detto Marini -. Lui continuava a fare pressioni. E allora mi sono inventato una supercazzola, raccontando di una presunta ripartizione dell’hard disk". Nel frattempo, in Comune aveano dato fastidio le polemiche sollevate dall’imprenditore Marco Ballardini, titolare della Sporting Isolabella, tra i primi a segnalare sulle pagine dei giornali locali, con mail indirizzate al Comune e poi con una diffida, alcune delle incoerenze del bando per la gestione della piscine estive del Belgiardino e di via Ferrabini.