Lodi, truffa dei diamanti: arrivano i primi rimborsi

I risparmiatori avevano investito cifre fino a 500mila euro

Diamanti

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Lodi, 1 luglio 2019 - Per oltre 200 risparmiatori lodigiani potrebbe essere la luce in fondo al tunnel. Sono partiti i primi rimborsi (di circa il 60% del valore dell’investimento) per le vittime della truffa dei diamanti. Sul caso la procura di Milano ha iscritto nel registro degli indagati 7 persone e sette enti, di cui 5 banche (Banco Bpm e Banca Aletti, Unicredit, Intesa Sanpaolo e Mps) e le due società che vendevano diamanti, per le ipotesi di reato di truffa aggravata e autoriciclaggio.

I fatti risalgono al periodo compreso tra il 2008 e il 2014. In un momento in cui alcune banche erano a rischio di fallimento e molti risparmiatori vedevano svanire i propri averi a causa di spregiudicate operazioni di salvataggio, il rifugio negli investimenti in diamanti a molti era sembrata una buona strada. A suggerire l’operazione erano stati gli stessi consulenti bancari che la definivano un “investimento sicuro”. I lodigiani hanno investito da 8mila a 500mila euro. Peccato si sia poi scoperto che quei diamanti sono fortemente svalutati e i cittadini non riescono neanche a venderli sul mercato.

In tanti si sono rivolti agli sportelli della Federconsumatori Lodi. «È stato un duro lavoro che abbiamo svolto in tanti mesi – spiega il referente di Federconsumatori Lodi, Umberto Poggi –. Finalmente qualcosa si è mosso e con Banco Bpm, una delle banche coinvolte, abbiamo raggiunto un accordo che permetterà ai truffati di poter ottenere il rimborso solo presentando la pec d’acquisto dei diamanti. Inoltre è stato istituto un numero verde. Quello che chiediamo alle banche ora è di accelerare i tempi: siamo ancora fermi a un terzo dei clienti da rimborsare».