Lodi, in Tribunale la stanza per audizioni protette: "Qui testimonierete in sicurezza"

Il presidente Ceron: processi più sereni per le vittime di violenze

 I promotori dell’iniziativa nel locale dotato  di collegamenti audio e video

I promotori dell’iniziativa nel locale dotato di collegamenti audio e video

Lodi, 17 aprile 2019 - «Avere una stanza protetta, con collegamento audio e video, per le audizioni di minori e vittime di violenza durante le udienze è importante non solo per evitare la “vittimizzazione secondaria” dei testimoni, ma per dare serenità al processo stesso, anche al fine della valutazione dei fatti da parte dei giudici. I soggetti potenzialmente interessati non sono solo i minori che hanno subito abusi sessuali ma anche, ad esempio, quelli oggetto di cause di affidamento». Queste le parole di Ambrogio Ceron, presidente del Tribunale di Lodi, ieri davanti alle massime autorità all’inaugurazione della stanza, arredata come un salottino, dove i circa 50 minori auditi annualmente perché vittime di reati penali così come le circa 350 donne vittime di violenza (nel 2018 214 procedimenti per maltrattamenti, 70 per stalking, 46 per violenze sessuali; 34 le misure cautelari adottate), possono essere interrogati senza trovarsi faccia a faccia col proprio aguzzino e senza subire la soggezione dell’aula.

«Le audizioni protette, a discrezione del giudice, sono previste anche dalle norme europee ma, come spesso accade in Italia, ai decreti legge non fa seguito la disponibilità di risorse» ha aggiunto Ceron, ringraziando la Fondazione Bpl e la Compagnia della solidarietà che hanno investito oltre 10 mila euro per rifare pavimenti e controsoffittatura della stanza, arredarla (divano, scrivania, tavolo e sedie, quadri, tendaggi) e soprattutto dotarla di un collegamento audio video con l’aula delle udienze. «I vantaggi sono molteplici – ha sottolineato il Procuratore capo, Domenico Chiaro –. I miei sostituti procuratori eviteranno di doversi recarsi fuori, insieme al giudice, per le audizioni protette dei minori: potremo lavorare in “casa”, col vantaggio di avere vicino i nostri collaboratori. Ci comporterà un’accelerazione delle attività». «Avevamo avuto segnalazione di questa carenza strutturale e organizzativa – ha detto Patrizia Codecasa, presidente della “Compagnia” (nata nel 2012, una trentina le socie) e componente del cda della Fondazione Bpl – e ci siamo attivate: in particolare Alessia Moggi ha sovrainteso alle opere, Stefania Rozza si è occupata dell’arredo, Marina Brusoni ha regalato i quadri, Maura Arcaini e Maria Rosa Padovani stanno gestendo la raccolta fondi».

Per inanziare la ‘stanza’, infatti, sono aperte le prevendite (sabrina@ilramo.org; cell. 335-8089607) dello spettacolo “Quando le rose cadranno”, opera musicale corale che tratta della violenza sulle donne e che avrà luogo all’auditorium Zalli l’8 maggio, grazie alla disponibilità di attori e ballerini de “Il Ramo”, tra cui i professionisti Emanuele Ricci, Alessandro D’Auria, Matilde Pellegri. «Il nostro intervento è sempre sussidiario, di collaborazione in risposta a bisogni della città, mettendo al centro la persona, specie se fragile» ha concluso Duccio Castellotti, presidente della Fondazione Bpl.