Lodi, travolto e ucciso dal treno: seconda tragedia in 10 giorni

Alla stazione il 34enne egiziano stava attraversando i binari anziché usare il sottopasso

Polizia ferroviaria

Polizia ferroviaria

Lodi -  Ha un nome e un volto la vittima che, attorno alle 15 del pomeriggio di sabato, è stata travolta da un treno merci nei pressi della stazione ferroviaria di Lodi: si tratta di un 34enne egiziano, Mahmoud Gouda, residente a Massalengo. L’uomo, secondo quanto rilevato dalla Polfer del capoluogo che sta effettuando le indagini, stava attraversando i binari in un punto lontano dallo scalo e il convoglio non è riuscito ad evitarlo. Subito sono scattati i soccorsi con personale del 118, ma non c’è stato nulla da fare: il treno, che stava transitando sul secondo binario verso Piacenza, si è fermato, il macchinista è stato successivamente ascoltato dagli inquirenti e si è cercato di capire l’esatta dinamica della tragedia. La tesi più probabile è che il 34enne abbia cercato di raggiungere la banchina opposta non servendosi del sottopasso pedonale, forse per fare presto. Un’imprudenza fatale. Resta il dolore dei familiari e lo sconcerto per quanto successo: il 34enne era conosciuto nel paese di residenza e lavorava in una logistica di Massalengo.

La tragedia di sabato è resa ancora più inaccettabile dal fatto che esattamente dieci giorni prima, nella tarda serata del 16 febbraio, era avvenuto un episodio fotocopia: anche in quel caso un treno merci, sempre allo scalo di Lodi, aveva travolto un uomo – quella volta si era trattato di un 40enne marocchino – che aveva scelto di percorrere i pochi metri tra i sassi e binari della linea ferrata. Circostanza che, come testimoniano molti pendolari, è purtroppo diventata di routine.

«Ne vedo parecchi sia a Casale sia a Lodi – spiega un viaggiatore abituale lungo la tratta Milano-Piacenza che l’altro giorno era proprio in stazione quando il giovane è stato travolto – Un’abitudine rischiosissima che vedo condivisa da molti, solo per risparmiare qualche minuto in più nonostante ci siano i messaggi sonori che continuano a ripetere di non attraversare. Devo dire la verità: sono più gli stranieri che gli italiani a farlo, da quanto vedo io. È un dato di fatto. Una volta ho urlato a un tizio di non scendere sui binari perché è molto pericoloso".