Travacò esulta per il ritorno del bimbo "Ora però serve un passo indietro"

Il sindaco Domizia Clensi: per le esigenze di questa famiglia il Comune sarà sempre a disposizione. Ma una festa preferiamo non farla, siamo sicuri che a questo punto su di lui debba calare il silenzio

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TRAVACÒ (Pavia)

di Manuela Marziani

Le finestre sono ancora chiuse nella villetta di Travacò dove Eitan ha vissuto per tre mesi prima di essere preso e portato a Tel Aviv dal nonno. Il bambino non è ancora tornato, ma lo farà presto insieme agli zii Aya Biran e Or Nirko e alle sue cuginette. Ad accoglierlo ci saranno i nonni paterni, che abitano accanto e hanno seguito a distanza tutta la battaglia legale tra i due rami della famiglia. Una battaglia alla quale ha messo la parola fine la Corte suprema israeliana respingendo l’ultimo ricorso del nonno materno Shmuel Peleg.

"La comunità di Travacò è contenta di come si sia conclusa la vicenda, se si è davvero conclusa – commenta il sindaco del piccolo centro Domizia Clensi, che è stata a lungo un’educatrice – ma ora facciamo un passo indietro. Il bambino ha bisogno di tranquillità". Anche la protutrice del piccolo di 6 anni Barbara Bertoni spera che i riflettori si possano spegnere. "Eitan sta bene – dice il legale – adesso deve tornare alla sua normalità fatta di silenzio".

Per questo motivo i nonni, che si sono trasferiti da poco a Travacò e non parlano bene l’italiano, da quando hanno cominciato ad avere giornalisti davanti al cancello della loro abitazione, si sono chiusi per proteggere il nipotino. "Il Comune ci sarà sempre per questa famiglia – prosegue il sindaco – Se avranno bisogno dei Servizi sociali per mandare avanti la pratica relativa all’adozione del bambino, noi siamo a disposizione. Ma una festa per Eitan preferiamo non farla. Non perché non siamo contenti che torni tra noi, soltanto perché siamo sicuri che debba calare il silenzio su di lui". "Vorremmo che il mondo si dimenticasse di Eitan", aveva detto in passato la zia Aya sottolineando la necessità di ritornare a una vita come tante fatta di lavoro, scuola, incontri con gli amici. Il tutto lontano dai riflettori.

"Protagonismi ce ne sono stati già tanti – aggiunge Clensi – Per due mesi la vita di questa famiglia è stata stravolta, adesso serve serenità. Non dimentichiamo che Eitan e una delle due cuginette avevano appena iniziato la scuola, hanno perso quasi tre mesi". Entro il 12 la famiglia tornerà a immergersi nella nebbia pavese che ad Aya mancava un po’ da Israele proprio agognando quella banale normalità di chi ha scelto di vivere tra Pavia e Travacò Siccomario.

E mentre anche il sindaco del capoluogo Fabrizio Fracassi gioisce per l’esito conclusivo della battaglia legale, al Tribunale per i minorenni di Milano è ancora in sospeso il procedimento aperto dai nonni materni per contestare la tutela del bambino alla zia paterna. Entro oggi i legali dei Biran hanno dovuto depositare le memorie di replica a quelle dei Peleg e poi sarà fissata l’udienza.