Botte alla docente a Tavazzano, la mamma: "Sono dispiaciuta, ho perso la testa"

La ricostruzione: "Mio figlio era pieno di lividi e graffi. Non ci ho visto più"

L’ingresso della scuola elementare Fellini

L’ingresso della scuola elementare Fellini

Tavazzano (Lodi), 11 maggio 2019 - «Mi dispiace per quello che è successo, ma quando ho visto com’era stato conciato mio figlio ho perso il controllo». A parlare è la mamma lodigiana protagonista della colluttazione con l’insegnante del figlio di appena 11 anni avvenuta a metà aprile nella scuola elementare di Tavazzano. La vicenda, che risale a una settimana prima del lungo ponte per le vacanze pasquali, è emersa solo dopo una lettera anonima inviata mercoledì da alcune insegnanti dell’istituto. Tutto è scaturito da una zuffa tra due bambini tra i banchi di scuola. L’insegnante in questione aveva avvisato la mamma del bimbo che aveva avuto la peggio, segnalandole dei graffi sul viso. Poi, almeno secondo la ricostruzione della mamma, ci sarebbe stata una seconda aggressione al figlio durante l’intervallo che è costato al bimbo una ferita a un occhio.

Il confronto tra la mamma del bimbo e la docente si è svolto nei corridoi della scuola, intorno alle 15.30 poco prima dell’uscita di scuola: la discussione tra le due è degenerata e la mamma dell’alunno, secondo alcuni testimoni, avrebbe aggredito l’insegnante strappandole dal collo una collanina. «Sono molto dispiaciuta per quello che è successo – spiega la mamma che ha aggredito la docente –. Quando ho visto mio figlio in quelle condizioni mi sono spaventata. Mi scuso per quello che è accaduto, ma la situazione prosegue da troppo tempo. Il docente è tutore di mio figlio tra le mura scolastiche. Per noi genitori non è possibile lasciare i figli in aula e non essere tranquilli. Secondo me la docente avrebbe dovuto tenere sotto controllo il compagno di classe di mio figlio. Appena dopo aver reagito me la sono presa con me stessa perché il mio atteggiamento è stato inaccettabile. Ho sbagliato ma davanti a un altro sbaglio».

La donna contesta all’insegnante del figlio anche di non essere avvisata della gravità dell’incidente. «Non è vero che la maestra mi ha chiamato subito perché mio figlio è stato aggredito due volte nel giro di un quarto d’ora – sottolinea la donna –. Ho terminato l’orario di lavoro e sono andato a prendere mio figlio. Ma non è tanto questo quello che pesa: sono convinta che si poteva intervenire prevenendo quello che è accaduto. La mia rabbia è stata questa. Capisco il momento dell’intervallo, ma quando ci sono dei problemi la maestra ha l’obbligo di intervenire».

La mamma protagonista dell’aggressione è convinta che la scuola avrebbe potuto fare qualcosa di più. Un altro genitore a dicembre si era rivolto ai carabinieri di Tavazzano segnalando il disagio che viveva il figlio a scuola e chiedendo un intervento nella scuola di via Dante. «Il preside avrebbe potuto fare moltissimo - dice ancora la mamma –. Ha detto più volte che la scuola è sicura. Ma nella classe di mio figlio la situazione è complicata da tempo e come genitore ho chiesto solo di prendere provvedimenti perché non posso accettare che mio figlio si abitui alla violenza».