Sospesa per un vecchio tatuaggio: "O mi ridanno il distintivo o vado alla Corte europea"

La rabbia di Arianna Virgolino: dieci mesi senza lavoro ma per altri casi simili lo Stato non ha usato i metodi utilizzati nei miei confronti

Arianna Virgolino con l'uniforme della Polstrada

Arianna Virgolino con l'uniforme della Polstrada

Guardamiglio (Lodi), 8 settembre 2020 - "Mi hanno tolto il distintivo per un errore: ho il diritto di stare nella Polizia e lotterò per riavere il mio posto". Non si arrende Arianna Virgolino, l’agente 31enne sospesa dal corpo per il quale prestava servizio, nel comando Polstrada di Guardamiglio (Lodi), per un tatuaggio, un cuore sul polso che si era tatuata a 18 anni, rimosso con il laser già durante le selezioni.

La giovane poliziotta, esclusa per “demeriti estetici” da una sentenza del Consiglio di Stato, depositata il 7 novembre 2019, si sente vittima di un’ingiustizia. Così, assistita da un avvocato, Virgolino sta valutando la possibilità di procedere davanti alla Corte europea, aprendo un contezioso con lo Stato. Intanto lancia un appello al Ministero: «Io sicuramente dovrò presentare ricorso alla Corte europea, ma in quella sede, purtroppo si può richiedere solamente il risarcimento e non potrò chiedere di poter riottenere il mio lavoro - spiega l’ex agente Virgolino -. Se qualcuno mi volesse ridare la mia sudata divisa, sarei disposta a rinunciarci, subito. Anche perché comunque si sa, sarebbero soldi dello Stato italiano e sapendo in quale situazione economica si trova il nostro amato Paese, non vorrei gravare su una situazione già molto grave di suo».

Solo un mese fa Arianna Virgolino, originaria di Peschiera del Garda (Verona), madre di un bambino di 8 anni, aveva deciso di rendere pubblica la sua incredibile vicenda. Arianna ha ripercorso più volte tutte le tappe, a partire dal concorso superato nel 2018, al quale partecipa insieme ad altri 89mila candidati. Arriva fra i primi e viene promossa, ma poi, al secondo accertamento medico, viene esclusa per la cicatrice sul polso, dovuta alla rimozione del tatuaggio, ancora visibile. La poliziotta fa ricorso al Tar, lo vince, e così inizia a lavorare nella sottosezione della stradale di Guardamiglio. Poi il 7 novembre 2019, poche ore dopo aver ricevuto il premio del questore di Lodi (per aver sedato una violenza rissa a Casalpusterlengo mentre era fuori servizio), arriva la sentenza del Consiglio di Stato che la esclude proprio per quel vecchio tatuaggio. «In queste settimane ho ricevuto tanti messaggi, telefonate e dimostrazioni di sostegno nella mia battaglia – dice l’ex agente 31enne –. Ho scoperto che ci sono tanti casi simili al mio tra le forze dell’ordine. Ho scoperto purtroppo che in altri casi l’avvocatura dello Stato ha deciso di prendere tempo, di fare valutazioni aggiuntive prima di presentare il ricorso al Consiglio di Stato. Cosa che non è accaduta nel mio caso, dove tutto è stato fatto in breve tempo, scelta che mi è costato il lavoro della mia vita».