Tassa rifiuti, Lodi in maglia nera: sale la protesta

Salasso per artigiani e negozi rispetto ai Comuni vicini

L'osservatorio di Confartigianato che ha fatto i conti

L'osservatorio di Confartigianato che ha fatto i conti

Lodi, 21 aprile 2018 - A Lodi la tassa rifiuti è un salasso per artigiani e commercianti. Basta spostarsi di qualche chilometro e per ristoranti o bar il costo del servizio aumenta in modo sensibile. Anche se il gestore del servizio di raccolta è lo stesso, nel capoluogo per alcune categorie di esercizi e imprese la Tari risulta più pesante rispetto a Codogno, Casalpusterlengo o Sant’Angelo. E non di poco.È quanto emerge dall’Osservatorio Tari realizzato da Confartigianato, Camera di commercio e Unione artigiani che ha confrontato le tariffe applicate nelle sette realtà più grandi del territorio (Lodi, Codogno, Casale, Sant’Angelo, Zelo Buon Persico, San Colombano, Lodi Vecchio).

Tariffe al minimo a San Colombano al Lambro, le peggiori invece sono Lodi e Lodi Vecchio. I titolari dei banchi alimentari al mercato in piazza della Vittoria, per esempio, pagano una tariffa di 22,27 euro al metro quadrato (la media provinciale è 14,50). Bolletta alle stelle anche per fruttivendoli, pescherie e fioristi che nel capoluogo pagano una tariffa sui rifiuti di 21 euro a metro quadrato (la media è 16).

«La ripartizione dei costi della tassa sui rifiuti è il punto di partenza – spiega il vicesegretario di Confartigianato Lodi, Mauro Parazzi – Una percentuale corretta impone alle imprese di pagare il 30% e di lasciare il restante 70 alle famiglie. Per ora, i nostri commercianti sono sottoposti a un salasso dalle amministrazioni comunali». La situazione non migliora per gli artigiani del territorio. Per falegnami, elettricisti, idraulici e fabbri la tariffa più conveniente per della Tari resta a San Colombano al Lambro (1,59 euro al metro quadrato). A Lodi, invece, la peggiore con 3,20 euro al metro quadrato. Bollette nella media provinciale, che è 2,54 euro al metro quadrato, per Sant’Angelo Lodigiano (2,59) e Codogno (2,17).

«Il report che abbiamo realizzato è una pagella dei Comuni – dice il segretario dell’Unione artigiani di Lodi, Mauro Sangalli – La tassazione locale è da rivedere. Non è possibile che aprire un’attività a pochi chilometri di distanza possa avere costi così diversi. Inoltre gli artigiani sono costretti a pagare due volte la tassa sui rifiuti perché la Tari non comprende lo smaltimento dei rifiuti speciali». Anche per ristoranti, bar e birrerie la bolletta è rovente. Una pizzeria a Lodi paga 17,12 euro al metro quadrato, mentre a Sant’Angelo la tariffa è 5,60 euro. La media provinciale è 12,50. Nel capoluogo restano alti i costi della Tari per i bar con 8,89 euro al metro quadrato rispetto a una media di 6,46. «È inspiegabile che a Lodi ci sia una tariffa così alta – dice il presidente di Confartigianato Lodi, Sabrina Baronio – Noto peró che sui Comuni dove abbiamo avviato un dialogo la situazione è migliorata».