Lodi, siti istituzionali "non sicuri"

Secondo Google Comuni, Provincia (e non solo) non proteggono al meglio i dati degli utenti

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Lodi, 23 agosto 2018 - «Non sicuro». È la scritta che appare accanto all’indirizzo web, aprendo il sito del Comune di Lodi, così come quello della Provincia. Ma anche, tra i maggiori comuni del Lodigiano, quello di Codogno, di Casalpusterlengo, di Sant’Angelo. Non fa eccezione il sito dell’Asst di Lodi (ex Ao): è considerato inaffidabile da Google persino nelle pagine dedicate a “fatturazione elettronica” e “albo pretorio“. Mentre, invece, ad esempio, l’Albo Pretorio del Comune di Lodi, risulta certificato e valido, quindi “sicuro”, a differenza di altre pagine dedicate all’interazione con gli utenti come quella della modulistica, del calcolo delle tasse, di tutti i servizi elettorali o anagrafici, compresi quelli online. Ha il suffisso ‘https’, e non solo ‘http’, e dunque compare in verde come sicuro, il sito web dell’Ats (ex Asl) Città metropolitana di Milano, di cui Lodi fa parte, mentre risulta clamorosamente non affidabile persino il portale della Regione Lombardia. La mancanza del certificato di sicurezza (Ssl) di un sito, prima utilizzato solo in casi di transizione di denaro, non significa, automaticamente, che non sia attendibile: gli indirizzi internet pericolosi sono indicati con un triangolino rosso. Ma, da luglio, con l’ultima versione del browser Google Chrome (che secondo le statistiche, aggiornate a febbraio, del World Wide Web Consortium - W3C a livello globale è usato dal 77% degli utenti, mentre Firefox è al 12% ed Internet Explorer/Microsoft Edge è al 4%), chi è designato come ‘non sicuro’ viene penalizzato: Google lo declassifica automaticamente nella propria graduatoria, penalizzandolo anche nelle ricerche.

Secondo Google (ma anche Firefox fornisce informazioni sulla sicurezza cliccando sulla ‘i’), infatti, senza il certificato «qualcuno potrebbe riuscire a visualizzare o modificare le informazioni sensibili inviate o ricevute dagli utenti tramite il sito». Quel «non sicuro» può dunque generare dubbi negli utenti sul fatto che dietro al nome comune.lodi o provincia.lodi ci siano davvero gli enti in questione o che le pagine siano state manomesse. Senza contare che oggi la privacy paralizza praticamente la vita di tutti noi ma enti pubblici di una certa dimensione, che spesso hanno propri centri informatici o personale specializzati, non riescono a stare al passo, richiedendo un semplice certificato, a tutela degli stessi utenti.