Sos siccità: "Serve lo stato d’emergenza idrica. E una cabina di regia tra Consorzi"

Confagricoltura avverte: "Da sabato la portata irrigua nel Lodigano sarà dimezzata. Urgono risposte straordinarie"

Amedeo Cattaneo è al vertice di Confagricoltura Milano, Lodi e Monza Brianza

Amedeo Cattaneo è al vertice di Confagricoltura Milano, Lodi e Monza Brianza

Lodi -  "Da sabato la portata irrigua nel Lodigiano sarà ridotta al 50 per cento: è come se l’Adda avesse chiuso il rubinetto. Ancora una decina di giorni poi le colture, a meno di piogge o di un intervento sui bacini alpini, saranno definitivamente compromesse". A dirlo è Confagricoltura di Milano, Lodi, Monza che ieri ha chiesto, paragonando la siccità alla pandemia cui bisogna dare risposte straordinarie, che venga dichiarato lo stato di emergenza idrica, "rilasciata con la massima urgenza l’acqua disponibile nei bacini idroelettrici alpini", istituita un’unica cabina di regìa con tutti i Consorzi di bonifica del Nord. Le criticità evidenziate dall’organismo di categoria riguardano tanto la portata del Lago Maggiore quanto quella del Lago di Como.

E' quest’ultima a interessare direttamente il Lodigiano. Il Consorzio Muzza Bassa Lodigiana infatti già da ieri ha ridotto la portata irrigua dall’85 all’80%. E ha annunciato che scenderà a metà da sabato, stante un livello del lago sotto la portata minima storica del 1946. "Il problema è che le bocche di presa dei canali irrigui che si dipartono da Muzza e Martesana sono troppo alte e senza pompe: se l’acqua non raggiunge almeno l’80-85% non passa. Quindi i campi rimangono a secco. Inoltre le falde sono così prosciugate che i terreni bevono l’acqua prima che arrivi nei canali. Ora si sta facendo una ricognizione di quanta acqua c’è nei bacini idroelettrici alpini ma, ad autorizzarne l’uso, dovrebbe intervenire lo Stato. Nelle nostre zone il problema riguarda il mais: c’è chi lo sta raccogliendo prematuro, per usarlo almeno come alimentazione animale. Mancherà inoltre il secondo raccolto. Poi il riso. Pomodori e foraggi sono già quasi tutti bruciati".

"Tra sei mesi – avverte Confagricoltura – le aziende zootecniche, se i costi dei mangini diventeranno insostenibili, dovranno macellare gli animali e chiudere le stalle. Attualmente il livello di emergenza idrica è arancione: se si passa in rosso, le Autorità di bacino verranno commissariate e la Protezione civile cercherà di predisporre un piano per l’inverno".