Codogno, Sgarbi replica alle contestazioni: "Volevo solo difendere la città"

La risposta del critico d'arte a chi attacca le sue posizioni sul Covid e la nomina a commissario straordinario delle Belle arti

Sgarbi a Codogno, nei giorni scorsi, ne scopriva i tesori

Sgarbi a Codogno, nei giorni scorsi, ne scopriva i tesori

Codogno (Lodi) - Dopo le contestazioni, del centrosinistra, al sindaco leghista di Codogno Francesco Passerini, per la nomina di Vittorio Sgarbi a commissario straordinario per le Belle Arti della città, il critico d'arte risponde. "Codogno è stata mortificata dal Covid e quelli che pretendono di candidare solo i vaccinati, vogliono umiliarla ancora. Come fu la prima zona rossa d’Italia, fu la prima a uscire dal contagio, nel silenzio di tutti, il 10 marzo 2020. Per non volerla chiusa nel ghetto dissi, senza ironia, e con spirito di speranza: andate a Codogno. Era una esortazione a non avere paura, a non demonizzare una città, rendendola simbolo della malattia – dichiara il senatore -. Se mi sbagliavo, la mia era la sincera difesa di una città umiliata e che io ritenevo guarita”.

E in merito al suo incarico, Sgarbi rimarca: "Oggi ho assunto l’impegno di portare a Codogno la bellezza, che è complementare alla salute. A settembre ci saranno due mostre: arte veneta e lombarda e arte contemporanea. Codogno rinasce con la bellezza”. Già in consiglio comunale Passerini aveva difeso la propria iniziativa, ma questo non è bastato a far finire la bagarre: “Abbiamo deliberato di proporre questa figura e il professore ha manifestato verbalmente di aderire alla valorizzazione del patrimonio culturale della città. L’obiettivo è far conoscere le nostre bellezze – è la precisazione - Sgarbi ha già ricoperto questo ruolo anche per Anci, l'Associazione nazionale comuni italiani e importanti Comuni italiani. Ci avvarremo di uno dei più grandi professionisti nazionali che porterà, gratuitamente, valore aggiunto. Gli abbiamo chiesto collaborazione mentre era in visita a Codogno. Magari così potremo far scoprire opere d’arte locali altrimenti difficilmente accessibili, come quelle del palazzo Soave".

Il rapporto è fiduciario e valido fino a scadenza del mandato di Passerini. Con la possibilità di proseguire o interrompere. Tuttavia, Gianni Barbaglio del Partito democratico ha chiesto di rivedere la scelta, optando per altri professionisti: ”Nessuno contesta la competenza di Vittorio Sgarbi, anzi. Codogno però è il è simbolo di pandemia, morti, paura dell’ignoto, battaglia conto il virus. La nostra comunità ha sofferto tanto. Non avevamo più il posto dove mettere le bare: erano accumulate in una chiesa! E Sgarbi è simbolo di chi ha negato, ci invitava a uscire di casa, diceva che il virus non avrebbe fatto danni”.

Lorenzo Gandolfi della lista civica Ora civile, a sostegno della candidata sindaca Antonia Rizzi (centrosinistra), ha a propria volta ribadito la contrarietà del sodalizio rispetto alla scelta dell’amministrazione comunale:”Stiamo parlando di una persona che per lunghissimi mesi ha messo in discussione, smentito, negato la problematica Covid, arrivando ad organizzare un convegno, nel luglio 2020 - e ancora – In quei mesi venne chiesto il parere del nostro sindaco: Passerini invitò tutti coloro che minimizzavano o negavano problematiche relative al Covid, a visitare il cimitero di Codogno per rendersi conto della realtà dei fatti. Rinnoviamo pure l’invito, nel caso ce ne fosse ancora bisogno, ma i nostri ambasciatori cerchiamoli altrove: Codogno non ha bisogno di negazionismo”.