Camionisti sfruttati e minacciati, indagata famiglia di imprenditori lodigiani

Costretti a turni di 18 ore pena il licenziamento. Sequestrati beni e utilità per 20 milioni

La finanza di Lodi

La finanza di Lodi

Lodi, 19 maggio 2020 - Ordinanza di custodia cautelare nei confronti di cinque persone e altre 17 persone indagate per associazione a delinquere, sfruttamento del lavoro, estorsione ed evasione fiscale. E' il frutto dell'operazione 'Spartaco' messa a segno dai finanzieri del comando provinciale di Lodi, su disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Lodi. I militari hanno eseguito numerose perquisizioni e un'ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip, nei confronti di una famiglia di imprenditori lodigiani, titolari di un'azienda di autotrasporti con più di 150 dipendenti. Il titolare della ditta è agli arresti domicliari, gli altri quattro membri della famiglia hanno l'obbligo di firma.. L'operazione, in cui sono impegnati oltre 100 finanzieri, ha portato anche al sequestro di beni e altre utilità per un importo complessivo di oltre 20 milioni di euro.

Il quadro che emerge dall'ordinanza rivela un contesto di lavoro con autisti di nazionalità straniera "sottopagati" e costretti a lavorare "in condizioni degradanti", con turni fino a 18 ore, pena la "minaccia del licenziamento". "Gli autisti erano così intimoriti dalla possibilità di perdere l'occupazione e in una posizione di netta debolezza tanto da essere costretti ad assecondare il volere societario", si legge nell'ordinanza. In più, secondo quanto riferito da alcuni autotrasportatori ai militari, "alcuni colleghi per poter dormire di notte sui camion da utilizzare corrispondevano ai datori di lavoro un importo quantificabile in duecento/trecento euro mensili". La Finanza ha ascoltato decine di autisti, per lo più ex dipendenti, che hanno descritto le condizioni in cui lavoravano. Ai camionisti si facevano contratti di lavoro a tempo determinato della durata di pochi mesi (a volte anche 30 giorni), non rinnovati a chi non sottostava al modus operandi aziendale. La Gdf ha contato dal 2011 al 2018 in tutto 276 sinistri della ditta di autotrasporto. "La media nazionale per singola azienda è notevolmente inferiore, ci sono almeno 14 casi di lesioni personali riscontrate causate da questi autisti e un caso di investimento mortale a Lecco", ha spiegato il comandante del Gruppo della Guardia di finanza di Lodi, Domenico Lamarta.

C'è poi l'aspetto fiscale dell'operazione, che ha ricostruito una vera e propria galassia di società costituite con l'unico scopo di evadere il fisco. La Gdf ha ricostruito oltre 60 milioni di fatture emesse per operazioni inesistenti, che hanno hanno permesso di creare fondi neri "per oltre 20 milioni di euro" in parte riciclati, e in parte reimpiegati nelle attività aziendali, e che "hanno consentito a questa impresa criminale di accaparrarsi enorme fette di mercato della grande distribuzione organizzata, tanto da farla divenire uno dei gruppi di riferimento nazionale per il trasporto delle merci deperibili". Le misure cautelari hanno permesso di sequestrare beni per altrettanti 20 milioni di euro, tra cui, ha spiegato Lamarta, tre motrici e rimorchi, sette auto di lusso e contanti.