Lodi Vecchio, vessava i suoi 150 dipendenti: ai domiciliari

Ferie non pagate e turni massacranti per gli autisti della logistica Plozzer: uno investì e uccise un anziano. Coinvolte anche moglie e figlie

Il procuratore Domenico Chiaro

Il procuratore Domenico Chiaro

Lodi Vecchio, 20 maggio 2020 - Per paura di perdere il posto di lavoro accettavano di viaggiare giorno e notte senza riposarsi mai, con turni disumani fino a 18 ore. Una vita d’inferno per gli sfortunati autotrasportatori della Plozzer di Lodi Vecchio, una grossa logistica del freddo e dell’alimentare che lavora con la grande distribuzione, con oltre 150 dipendenti: turni massacranti, ferie non pagate e costanti minacce di licenziamento dai caporali dell’azienda o dagli stessi titolari. Il sistema è stato scoperto attraverso un’indagine della Procura di Lodi e della Guardia di finanza. La gestione aziendale in diversi anni avrebbe permesso ai titolari della ditta, padre e figlie lodigiani, di emettere almeno 60 milioni di euro di fatture false e di creare fondi neri per circa 20 milioni.

Ai domiciliari è finito il titolare della logistica Roberto Plozzer, 62enne, originario di Lecco ma residente a Miradolo da anni, definito dagli inquirenti il “dominus” del sodalizio, altre quattro misure cautelari (obbligo di firma) per l’ex moglie Paola Marchesini, le figlie Sara e Marta e il collaboratore Gabriele Roberto Parisi. In totale sono indagate 17 persone. L’accusa a vario titolo è di associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento dei lavoratori, all’estorsione, all’evasione fiscale e al riciclaggio dei relativi proventi. "Questa indagine è la dimostrazione che lo sfruttamento del lavoro è ovunque, e non solo in altre zona d’Italia", sottolinea il procuratore di Lodi, Domenico Chiaro . Le condizioni disperate di lavoro ovviamente creavano di conseguenza situazioni di estrema pericolosità sulle strade, come confermato dal colonnello Vincenzo Andreone e dal capitano Domenico Lamarta. La Plozzer infatti aveva una media-incidenti molto superiore alle altre logistiche: 276 sinistri in sette anni, di cui 14 con lesioni gravi.

Proprio uno dei camionisti della ditta lodigiana nell’ottobre scorso aveva causato un incidente mortale, investendo a Lecco il 70enne Mario Ronzoni. "Io sto male – si sfoga uno degli autisti intercettato –, mi stavo addormentando sul volante… non vado ad ammazzarmi o ad ammazzare altra gente". "Non mi lavo da 48 ore – dice un autista anziano parlando con un collega –, da giugno non scendo dal camion e ho 75 anni". A far scattare l’indagine un anno fa un controllo su strada di uno dei camion della Plozzer da parte dei finanzieri di Lodi: dopo la scoperta del cronotachigrafo truccato, raccolsero lo sfogo del camionista sulle condizioni di lavoro nella logistica. Accuse confermate poi dalle intercettazioni e da ex dipendenti.

Ieri il gip di Lodi Francesco Sirchia ha sequestrato beni mobili e immobili della famiglia per 20 milioni di euro, tra cui un centinaio di motrici e rimorchi, quattro appartamenti (uno nelle Marche e tre in Lombardia), diverse auto di lusso e d’epoca, e 15mila euro in contanti trovati in casa dei Plozzer. L’azienda ora verrà affidata a un commissario straordinario nominato dal tribunale di Lodi. Intanto, i sindacati lodigiani sono a lavoro per tutelare tutti i lavoratori del settore. "Dove il sindacato confederale è presente c’è un controllo costante – spiega il segretario della Filt Cgil di Lodi, Gaetano Sciortino –. Come Cgil, Cisl e Uil, stiamo lavorando con le istituzioni per fare un lavoro unitario e controllare i luoghi di lavoro".