Lodi, la protesta: "Dal 20 giugno saremo sfrattati e il Comune ci vuole rimpatriare"

Un 51enne egiziano. "Ci hanno offerto un volo di sola andata, se non accettiamo ci tolgono i bambini"

Da sinistra, Alberto De Lorenzis e il 51enne Attalla Wassel

Da sinistra, Alberto De Lorenzis e il 51enne Attalla Wassel

Lodi - «Dal 20 giugno saremo in mezzo ad una strada. Il Comune di Lodi si è offerto di pagare un volo di sola andata per l’Egitto a mia moglie e ai miei tre figli minori, tutti nati in Italia, e mi ha detto che, se non accetto, ce li toglieranno e li manderanno in comunità. Io chiedo invece un lavoro e una casa popolare". A denunciare l’episodio, ieri sotto i portici del Broletto, è stato Attalla Wassel, egiziano di 51 anni, in Italia dal 1992.

Al suo fianco, con striscioni e megafoni, i componenti dell’Assemblea per il Diritto alla Casa, che già operano da una decina d’anni nel Pavese a sostegno di famiglie in emergenza abitativa, con il portavoce Alberto De Lorenzis: "Chiediamo subito per il signor Wassel, che si è rivolto al nostro sportello, una casa popolare transitoria – spiega quest’ultimo –: faceva il mungitore ma quando l’hanno licenziato ha perso anche l’alloggio. Il Comune di Lodi è intevenuto insieme ad enti caritatevoli di ispirazione cattoligca dandogli, tramite un’associazione, un’abitazione con la formula di un comodato ‘mascherato’, che prevede il pagamento mensile di una cifra forfettaria di 250 euro a copertura anche delle bollette, senza alcuna pezza giustificativa. Il contratto prevede, in caso la famiglia non lasci la casa, una penale di 50 euro al giorno. Davanti a me l’assistente sociale del Comune ha offerto il volo aereo altrimenti, ha detto ai genitori, ‘vi dovremo togliere i figli’. É un comportamento discriminatorio, come già col caso mense. Se fosse stato un lodigiano ad essere sfrattato non potevano certo dirgli di tornare al proprio Paese. A Pavia non ho mai visto casi trattati così, se non in paesi molto piccoli: non si può risolvere in modo più sensato? Il signor Wassel non deve uscire e non deve pagare nessuna penale: in caso venga avviato l’iter di sfratto abbiamo i nostri legali. Il problema di fondo è che Wassel, come altri, ha presentato l’anno scorso domanda per una casa popolare, quest’anno per una casa Aler: in entrambe le graduatorie, però, ci sono circa 200 persone in lista d’attesa ma gli alloggi messi a disposizione sono solo una ventina l’anno".

«Il Comune di Lodi – recita un volantino dell’Assemblea per il Diritto alla Casa – è responsabile dell’emergenza abitativa in città e ignora i bisogno sociali degli inquilini": ieri, dunque, il gruppo si è impegnato a manifestare in piazza Broletto, nel pieno della campagna elettorale per il rinnovo dell’amministrazione comunale, con banchetti di lista sparsi ovunque per il centro. "Voglio solo un tetto per vivere tranquillo – afferma Attalla Wassell –. Mi avrebbero lasciato il posto in cascina, dove mungevo, ma pioveva dentro e il Comune ha detto di no, anche se io ero disposto a mettere un telo a mie spese. Allora ci hanno trasferito nell’alloggio attuale ma solo per 18 mesi".