"Servono indennizzi per i locali a conduzione familiare"

Codogno, il titolare Ercoli: io sono risultato positivo e abbiamo chiuso 20 giorni. Ma le spese ci sono state

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Chiuso per Covid per tre settimane. Senza alcun ristoro all’orizzonte. Per Luca Ercoli (nella foto), titolare della Torrefazione Codognese di via Alberici, il periodo natalizio non è stato sicuramente dei migliori: ha dovuto infatti abbassare la saracinesca del suo locale dopo la scoperta della sua positività al virus. I primi sintomi subito dopo Natale, con il successivo tampone di verifica, non gli hanno dato scelta: essendo la sua attività interamente a conduzione famigliare, l’unica soluzione è stata chiudere il bar, visto che gli altri componenti sono dovuti finire in quarantena. "Di fatto i sintomi che ho avuto sono durati tre giorni, fino a fine 2021. Poi ho dovuto attendere di ritornare negativo – racconta Ercoli –. Quindi ho potuto riprendere solo lunedì scorso 17 gennaio, oltre 20 giorni dopo la chiusura". Un sacrificio enorme dopo che, durante il primo lockdown, l’attività era dovuta necessariamente rimanere sbarrata, condividendo la sorte con diverse altre tipologie commerciali. "Sono rimasto a casa senza guadagni ma con le spese comunque da sostenere - aggiunge –. I frigoriferi per esempio hanno ovviamente sempre funzionato. Mi chiedo, visto che sicuramente altri locali avranno avuto i miei stessi problemi, come mai non è previsto un intervento dello Stato, un aiuto, un ristoro seppur simbolico magari basato sulle spese vive sostenute ugualmente".

"Abbiamo registrato diverse difficoltà dei commercianti in quest’ultimo periodo e tante ce ne sono ancora oggi per gli esercenti – spiega il segretario dell’Ascom, Isacco Galuzzi –. E per coloro che hanno un negozio a gestione famigliare la situazione è stata più pesante. Per chi ha dipendenti, attendiamo la proroga della cassaintegrazione mentre per coloro che hanno dovuto necessariamente chiudere non è detto che come organizzazione non si faccia pressione sulle istituzioni per una sorta di indennizzo".

Mario Borra