Lodi, la lotta delle cuoche non si ferma: ipotesi sciopero-bis

"Vogliamo incontrare l’assessore, che sembra non aver capito che noi difendiamo un diritto acquisito"

Le lavoratrici del servizio mensa comunale durante lo sciopero messo in atto il 22 ottobre scorso

Le lavoratrici del servizio mensa comunale durante lo sciopero messo in atto il 22 ottobre scorso

Lodi, 3 novembre 2018 - L'appello lanciato dall’assessora Giuseppina Molinari affinché le parti in causa trovino un accordo è caduto nel vuoto. Mercoledì pomeriggio le 72 lavoratrici che si occupano della mensa comunale, e che quindi preparano i pasti per circa 2 mila bambini di elementari e materne, per gli anziani, alcuni disabili e dipendenti comunali, hanno deciso di proseguire nella lotta per rinvendicare il diritto, acquisito da alcune in 30 anni di attività, di vedersi riconosciuti i periodi di festività scolastica (Natale, Pasqua, Carnevale, alcuni ponti) come ferie.

L’impresa Serenissima di Vicenza, che ha vinto di recente l’appalto mensa comunale, sostiene di applicare il contratto nazionale e si è offerta, quando i sindacati Usb, Uil e Cgil si sono presentati a protestare sotto i portici del Broletto o ai tavoli di conciliazione in Prefettura, di pagare una indennità sostitutiva. Ma ciò comporterebbe, a fronte di chi lavora part time, con stipendi tra i 500 e i mille euro, la perdita della maturazione di altri diritti, in primis quelli pensionistici. Per i sindacati è il Comune, come appaltante, che deve garantire lo stesso trattamento avuto finora dalle lavoratrici: non devono essere loro, affermano, a pagare un appalto al massimo ribasso.

«Lunedì decideremo insieme la data dell’assemblea pubblica che terremo, come in passato, sotto i portici del Broletto – spiegano Gianfranco Besenzoni, dell’Usb e Renzo Frau della Uil –. Quindi chiederemo un incontro all’assessora che sembra non aver capito che noi difendiamo un diritto acquisito. Se non otteniamo risposte indiremo un nuovo sciopero. Le lavoratrici hanno deciso di andare avanti: non abbiamo nessuna intenzione di lasciare le cose come stanno». Dopo le varie manifestazioni di protesta il primo sciopero aveva avuto luogo lo scorso 22 ottobre: 2 mila bambini avevano dovuto accontentarsi di un panino anziché del piatto “caldo” previsto. Molinari aveva parlato di apertura da parte di Serenissima, invitando le parti a trovare un accordo. Ma ora si rischia una replica.