San Rocco al Porto, gli ex di Auchan: "Col Covid eravamo eroi, ora esuberi da eliminare"

Lo sfogo di una dipendente ex Auchan sull’occupazione dopo la vendita a Conad

Una delle prime proteste dei lavoratori Auchan dopo l'acquisizione da parte di Conad

Una delle prime proteste dei lavoratori Auchan dopo l'acquisizione da parte di Conad

San Rocco al Porto (Lodi), 30 agosto 2020 - Da «eroi dei supermercati in prima linea con il Covid 19» a «esuberi» da eliminare. A San Rocco al porto il cambio di reputazione è stato un attimo. Perché, si sa, «i dipendenti spesso vengono usati come carne da macello, questo anche quando lo slogan è “persone oltre le cose“».

Una storica dipendente dell’ipermercato Auchan di San Rocco, all’interno del centro commerciale Belpò, appena venduto da Margherita distribuzione a Conad, ricorda così come "ora che noi dipendenti, troppo piccoli per poterci difendere, siamo divisi tra chi fa parte dei 110 rimasti e chi invece dei 25 licenziati – incalza – Persone, che lavorano insieme da una vita, che forse ora non avranno nemmeno più il coraggio di guardarsi negli occhi per non vedere la pena sul volto di chi è stato meno fortunato. Ci parlano di unità nella lotta, ma hanno già pensato loro a dividerci con i giochi di potere e una chiara strategia".

È il grido, unanime, di chi, per la trattativa di passaggio da Auchan a Conad, ora vive nell’incertezza più assoluta perché ancora non sa se dal 3 settembre lavorerà per Conad. «Faccio parte di quei lavoratori che, a febbraio e a marzo, tutti chiamavano essenziali. Di quelli che Conad ha lodato e ringraziato per il lavoro svolto, considerato quasi eroico. Nonostante la paura di prendersi il Covid, ogni giorno, per il bene dei nostri clienti e della nostra azienda , timbravano il cartellino e scendevamo in prima linea. Ma se ero una lavoratrice essenziale a marzo, ripeto, a settembre, sono solo un probabile esubero» aggiunge. 

Si riferisce allo stato d’animo di 25 lavoratori che riceveranno una telefonata che gli comunicherà che non passeranno in Conad, come quello di altri 52 indotti all’esodo volontario «inizialmente dichiarato come modificabile e infine imposto», come ribadito dai sindacati. «Insomma, parlo di 25 persone che resteranno nel limbo, in cassa integrazione, all’interno di una società, cioè Margherita Distribuzione-ex Auchan, che è destinata a cessare» continua. Dipendenti che dovranno aspettare lo sblocco dei licenziamenti imposto dal Governo durante la pandemia per cercare altrove. Ironia della sorte, gli altri 110 riceveranno una lettera di benvenuto e di invito ad una serata di presentazione di Conad, dal sapore amaro, in un hotel di lusso. «Un colpo di roulette russa e sei fuori, se ti va bene sei dentro e tutto in 3 giorni e a 4 dalla chiusura dell‘Iper. Metodi che ci hanno tolto anche la possibilità di fare uno sciopero ma, certamente, erano stati pensati e calcolati». Lo stato d’animo dei coinvolti è ai minimi termini: «Cosa si prova in questa condizione? Tanta rabbia, ti senti impotente davanti a questo scempio, vorresti scuotere il mondo dei politici e urlare che in mezzo a tutto questo ci siamo noi, i lavoratori, con le nostre famiglie, con i nostri miseri 800 euro mensili, rimasti tali nonostante i rischi di prenderci il Covid», conclude.