Ragazze travolte e uccise nel campo, la fuga degli amici: Sara poteva essere salvata

Nuovi dettagli dall'interrogatorio del 35enne fermato: "Siamo scappati per paura". Ma la Procura non gli crede

Hanan (a sinistra) e Sara

Hanan (a sinistra) e Sara

San Giuliano Milanese (Milano), 8 luglio 2021 - "Abbiamo sentito un rumore e siamo scappati". Sono queste le parole che il 35enne, marocchino, senza regolare permesso di soggiorno, ha ripetuto con fermezza davanti al pm di Lodi Giulia Aragno che ieri lo ha interrogato negli uffici della Procura di Lodi. L'uomo, che risulta indagato per omissione di soccorso, è uno dei due che la notte di venerdì 2 luglio era nel campo di mais a Locate Triulzi dove Hanan Nekhla e Sara El Jaafari, le amiche marocchine di 31 e 28 anni, sono morte colpite dal passaggio di un mezzo agricolo. Prezioso il lavoro dei carabinieri di San Donato Milanese che hanno rintracciato l’uomo nell’hinterland risalendo alla fitta rete di contatti con il mondo nascosto dello spaccio a partire da quell’unico indizio che era il cellulare caduto nel campo di granoturco e dalle chat presenti sui social di Sara.

Quella sera con lui c’era anche un 21enne. Si tratta di due pregiudicati. Il 35enne ha ammesso agli inquirenti di frequentare quel terreno tra San Giuliano Milanese e Locate Triulzi. Per le due vittime, invece, è stata la prima e ultima volta. “Eravamo tutti e quattro in quel campo - ha detto il 35enne davanti al magistrato -. Per noi non era la prima volta, era una zona che conoscevamo”.

La serata era cominciata da un appuntamento notturno a Lonate Pozzolo, in provincia di Varese, dove Sara aveva raggiunto l'amica Hanan, in quel momento ospite di un parente. Il ritrovo era fissato intorno a Rogoredo. Poi il gruppo si era diretto verso la campagna. In quel cammino tra topi e zanzare hanno anche incontrato altre persone. Gli spacciatori con cui avevano preso appuntamento per comprare eroina da fumare con la carta stagnola, i cui resti erano poi stati trovati dalla Rilievi, insieme a coperte e bottiglie di birra. Poi i quattro si sarebbero addormentati tutti insieme nel campo. Mentre dormivano un rumore li ha svegliati: era il Grim, il mezzo agricolo che stava lavorando in quel campo, guidato da Andrea P, il bracciante 28enne di Lacchiarella indagato ora per omicidio colposo.

“Abbiamo sentito un rumore. Io e l’altro ragazzo ci siamo svegliati. Avevamo paura, non sapevamo cosa fosse. Siamo andati via, ci siamo sentiti in pericolo”, ha confessato il 35enne. Una versione che però non convince gli inquirenti. Secondo la Procura di Lodi i due uomini avrebbero visto chiaramente il mezzo agricolo travolgere le vittime. Eppure non curanti di quello che era accaduto erano scappati. Ma se per Hanan, morta praticamente sul colpo, non ci sarebbe stato comunque nulla da fare. Per Sara, invece, morta dissanguata tre ore dopo, un intervento tempestivo forse avrebbe potuta salvarle la vita. Per questo gli inquirenti hanno indagato il 35enne per omissione di soccorso.