Sacrificio e competenza Pronto soccorso da premio

Al personale di Lodi e Codogno il riconoscimento degli Scudi di San Martino

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di Paola Arensi

Dopo il dolore e una prova psicologica e fisica incredibile, per il personale del Pronto soccorso di Lodi e Codogno, in prima linea fin dagli inizi della pandemia mondiale, arrivano le soddisfazioni. Ieri il personale sanitario delle due sedi, alla presenza del primario Stefano Paglia, è stato premiato in occasione della 37esima e 38esima edizione (doppia perché saltata nel 2020 proprio per il Covid) della cerimonia di assegnazione degli Scudi di San Martino.

All’appuntamento fiorentino di ieri mattina – nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio – i sanitari lodigiani, vestiti di tutto punto, abbandonando per qualche ora i camici testimoni di sacrifici e lacrime ma anche di battaglie spesso vinte, non si sono certo fatti attendere. Nell’occasione sono stati riconosciuti ufficialmente il loro spirito di abnegazione, il sacrificio e il modello di qualità dimostrati durante la pandemia.

L’Azienda socio-sanitaria territoriale di Lodi, essendo tra l’altro la prima a dover affrontare l’emergenza quando ancora il virus era sconosciuto, ha infatti fatto scuola in tutto il mondo. E ora il mondo le esprime la propria gratitudine. Così come tutte le persone che si sono viste trattare come parenti, in assenza dei familiari veri, per via dell’isolamento. Il premio fiorentino è tornato anche per rendere onore anche alla memoria di Willy Monteiro Duarte, ucciso a Colleferro nel 2020 durante un pestaggio, mentre tentava di difendere un amico in difficoltà. Protagonista l’Istituto Scudi di San Martino, che ogni anno premia persone ed enti che si sono particolarmente distinti per atti di generosità e solidarietà. E quindi uno Scudo d’argento di Firenze è stato appunto consegnato al Pronto soccorso di Lodi e Codogno, che hanno svolto un ruolo di primissimo piano sin dalla fase iniziale della diffusione in Italia del virus, nell’attività di assistenza ai pazienti affetti da Covid e nella ricerca delle prime terapie, divenendo da subito punto di riferimento nazionale nella gestione della pandemia.

E i sorrisi sui volti della delegazione dell’Azienda socio-sanitaria territoriale di Lodi, che ieri ha raggiunto Firenze, sono stati il simbolo di una ripartenza finalmente possibile. Anche se nessuno dei partecipanti potrà mai dimenticare la difficile prova sostenuta nell’ultimo anno e mezzo.