Lodi, razziate opere alla Bergognone

Sarebbero state messe all’asta il 19 marzo per raccogliere fondi

I ragazzi impegnati in attività

I ragazzi impegnati in attività

Lodi, 12 marzo 2019 – Saccheggiate dieci opere alla scuola d’arte di Lodi Bergognone, «danno da 30mila euro, erano destinate a un’asta di beneficenza per restituire soldi alle banche, i nostri ragazzi vogliono fare lo sciopero della fame per protesta». È lo sfogo di Angelo Frosio, poliedrico e instancabile direttore e fondatore del rinomato istituto di viale Pavia a Lodi nato come scuola d’arte nel 1975. Oggi la struttura è anche centro socio educativo per disabili e inoltre vanta un corso di espressione artistica grafico pittorica, un corso di restauro del legno, un corso per bambini Arte gioco (attivo dai primi anni Ottanta, precursore dei vari atelier di pittura ora funzionanti in tutta Italia), un corso teatrale con gruppo musicale e tanto altro. «Giorno e sera siamo sempre qui a fare del bene alla città e non solo, con me che viaggio per il mondo e cerco di far andare avanti al meglio i nostri progetti – dichiara Forsio –. Ma evidentemente c’è qualcuno che ci vuole male se si pensa alle continue incursioni che abbiamo subito e subiamo. Ogni tanto ignoti spaccano gli infissi ed entrano: in 18 anni qui hanno già rubato 11 volte e non abbiamo mai avuto l’aiuto dei politici».

«Di recente ci hanno portato via persino un salottino che avevo già venduto a Salisburgo. Un mese fa sono sparite tutte le galline che ci ha regalato, ancora pulcini, un avvocato. Insomma, spesso la generosità delle centinaia di persone che gravitano qui incontra la cattiveria di chi infierisce su di noi e chissà poi perché». Nel fine settimana l’ultima razzia «sono sparite dieci opere, per un valore totale di mercato di circa 30mila euro, che il giorno di San Giuseppe, martedì 19 marzo, dalle 16, sarebbero state messe in vendita, con un’asta di beneficienza, per far fronte a nostri debiti bancari». Nel bottino quadri di artisti prestigiosi tra cui Bignami e Frosio, mobili di valore, una cattedrale di ceramica fatta dai ragazzi, un divano di Giuseppe Verdi regalatomi dal nipote omonimo, un libro di Sgarbi che era appoggiato sul pianoforte, un crocifisso che proveniva da Giovanni 23esimo papa buono Roncalli ed era un dono di quando era piccolo di cui mi privo con molto dispiacere etc.» chiarisce. «Gli intrusi per accedere hanno forzato una porta – prosegue –. Ricordo che in passato, una volta, scassinando quella degli uffici, che poi non si è aperta, mi hanno provocato un danno di 700 euro perché non riuscivamo più ad accedere. Siamo esasperati e i ragazzi che frequentano la struttura vogliono fare lo sciopero della fame». Frosio al momento non ha un piano “b” per l’asta «sto aspettando altre opere che ci porteranno varie persone, non ci arrendiamo» commenta. Il “segreto” della Bergognone è la libertà. Libertà di essere. Libertà di fare. Libertà di proporsi. Libertà di manifestare «a me spiace vedere i ragazzi demoralizzati, stavamo lavorando sodo per l’asta».