Lodi, la droga non è un gioco: all’ospedale uno spazio d’ascolto dedicato ai minori

L'abuso di sostanze stupefacenti è molto diffuso tra i giovanissimi

L'equipe al completo del nuovo progetto

L'equipe al completo del nuovo progetto

Lodi, 9 febbraio 2019 - E' la droga del momento. Per prepararla bastano due ingredienti reperibili in farmacia e al supermercato. Si chiama Purple drank, conosciuto anche come sizzurp e lean. Si tratta di un mix di sciroppo per la tosse a base di codeina (un derivato della molecola della morfina) e bevande gassate. Il risultato è una miscela “esplosiva” e deleteria per il corpo. Il cervello va “in fumo” e prima di tornare a ragionare può passare anche una notte. Nel Lodigiano l’abuso è molto diffuso. I primi iniziano ad assumerla già a 12 anni. Preoccupante anche l’uso degli altri cannabinoidi (marijuana), della cocaina e dell’alcol. La prospettiva è preoccupante.

Per questo l’Asst di Lodi ha deciso di attivare un nuovo progetto: si tratta di “Arancione”, lo spazio d’ascolto rivolto ai giovanissimi attivato nel reparto Pediatria (quinto piano) dell’ospedale Maggiore di Lodi a partire da gennaio. A questo sportello (lontano dal Sert di via Gorini) i minorenni potranno accedere con la massima riservatezza e senza ricetta medica e potranno parlare con specialisti del Servizio dipendenze, Pediatria e Neuropsichiatria infantile per iniziare da subito un percorso di recupero ad hoc. Il servizio, aperto il primo lunedì del mese, è rivolto anche ai familiari, ai medici di medicina generale, ai pediatri o a chi, a vario titolo, avrà necessità di avere informazioni in merito alle tematiche connesse all’uso di sostanze. Questa attività a oggi rappresenta un’esperienza unica non solo a livello locale ma anche regionale.

"Nel nostro territorio si cominciano a identificare consumatori di sostanze e di alcol sempre più giovani, che a volte giungono al pronto soccorso pediatrico con quadri comportamentali complessi, con disturbi psichiatrici o uso di sostanze che favoriscono l’esordio di quadri psichiatrici", sottolineano Roberta Giacchero, direttrice della Pediatria, e Paola Morosini del servizio di Neuropsichiatria infantile. Nei primi 9 mesi del 2018 in tutta la provincia sono stati 40 i casi di ragazzi tra i 15 e i 19 anni trattati dai servizi tossicodipendenze. Al Sert di Lodi sono stati trattati 22 casi (il più piccolo 15 anni; età media 17 anni), 7 invece i soggetti che sono arrivati volontariamente al Servizio e 15 quelli inviati dalle forze dell’ordine o dal Tribunale dei minori. "Purtroppo l’accesso al Sert rappresenta ancora uno stigma fortissimo che impedisce a molti di farsi aiutare in tempo – spiega Concettina Varango, responsabile del Servizio dipendenze di Lodi –. Con i vari specialisti dell’Asst si è condivisa la necessità di identificare uno spazio “neutro” e più familiare dove i giovani e gli adolescenti con le loro famiglie possono incontrare gli esperti del settore. Si inizia con il classico spinello, poi però si finisce a utilizzare altre sostanze".