Protec, scatta la protesta sotto la Provincia

Lodi, si scopre che l’azienda ha già fatto partire la cassa integrazione. "Non ci saremmo mai aspettati una chiusura così rapida"

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di Carlo D’Elia

La protesta dei dipendenti della Protec di Sant’Angelo Lodigiano è arrivata in Provincia. Ieri in via Fanfulla a Lodi si è tenuto il presidio di una quindicina (su trenta complessivi) di lavoratori dell’azienda con sede alla Malpensata. Un presidio durato circa un’ora, dalle 12.30 alle 13.30, mentre al primo piano di palazzo San Cristoforo si è svolto un incontro tra il sindacato Fiom Cgil di Lodi, i rappresentanti Rsu dell’azienda santangiolina e il presidente della Provincia Francesco Passerini. La realtà lodigiana, che fa parte della compagnia Lvf con sede a Bergamo, leader nella progettazione e realizzazione di sistemi ausiliari per le tenute meccaniche e sistemi di lubrificazione, giovedì scorso ha annunciato la chiusura dello stabilimento. Una decisione improvvisa, per un’azienda metalmeccanica attiva da quasi 30 anni sul territorio e che dal 2005 era stata acquisita dal gruppo Lvf. I 12 operai specializzati in saldatura e i 18 amministrativi, in gran parte tra i 30 e i 50 anni, rischiano di restare senza occupazione proprio nel momento più delicato della pandemia.

"La situazione non è mai stata chiara in questi mesi - testimonia il responsabile dell’ufficio tecnico, Alessio Mazzilli, 31 anni, che lavora da un paio d’anni alla Protec –. Per me è un incubo che si ripete: già un paio d’anni fa l’azienda per la quale lavoravo ha chiuso e sono stato costretto a trovare un nuovo impiego. Da parte nostra ora non sappiamo bene come comportarci. Per noi la cassa integrazione è una grande beffa. Il periodo è complicato per tutti, con la situazione che si sta creando legata all’emergenza sanitaria sarà difficile rientrare subito nel mondo del lavoro". Nel sit-in di protesta organizzato nel cortile di palazzo San Cristoforo tutti i lavoratori uniti della Protec di Sant’Angelo hanno voluto manifestare la loro preoccupazione. Tra di loro anche gli "storici" dipendenti.

"Ho iniziato a lavorare in questa azienda come saldatore nel 1991 - racconta il capo dell’officina, Mauro Folli, 49 anni –. Sono rimasto con la vecchia proprietà fino al 2001, poi nel 2011 sono tornato. In questi anni sono cambiate tante cose. Non mi sarei mai aspettato una chiusura così rapida: le commesse c’erano e il lavoro, nonostante negli ultimi mesi fossimo in cassa integrazione Covid, non sembrava in grande crisi. Ora mi aspetto una battaglia lunga. Tutti i ragazzi che lavoravano con me in officina sono manodopera specializzata. Abbiamo tutti una famiglia e restare senza lavoro in questo periodo rischia di diventare un enorme problema". Alle preoccupazioni sul futuro dei lavoratori si aggiungono le "incongruenze" da parte dell’azienda segnalate ieri al tavolo tecnico per il lavoro dal sindacato Fiom Cgil di Lodi. La Protec infatti avrebbe già ottenuto la cessazione dell’attività già a partire dal 30 ottobre scorso e non dal 5 novembre come fino a ieri sostenuto dall’azienda stessa. "La situazione è critica - dichiara il segretario Fiom Cgil di Lodi, Massimiliano Preti -. Chiediamo il contratto di solidarietà per tutti i dipendenti. All’azienda invece chiediamo di aprire un dialogo costruttivo. Che fine faranno questi lavoratori?". Il sindacato ieri è riuscito a ottenere un impegno dalle istituzioni locali: nei prossimi giorni infatti la questione Protec finirà in commissione regionale Attività produttiva. A portare la questione al tavolo sarà la consigliera regionale della Lega Selene Pravettoni. "Abbiamo subito informato la Regione – sottolinea il presidente della Provincia, Passerini -. Siamo molto preoccupati. Faremo tutto il possibile per salvare i posti di lavoro".