Uggetti alla sbarra, la difesa: "Questo è un processo anomalo"

È iniziata così l’arringa dell'avvocato Roveda che assiste l'ex sindaco di Lodi

L’ex sindaco Simone Uggetti con il legale Roveda

L’ex sindaco Simone Uggetti con il legale Roveda

Lodi, 26 ottobre 2018 -«Non è un processo ordinario ma un processo anomalo». È iniziata così l’arringa difensiva dell’avvocato Pietro Gabriele Roveda che assiste l’ex sindaco Simone Uggetti a processo insieme all’avvocato Cristiano Marini, al dirigente comunale Giuseppe Demuro e all’imprenditore Luigi Pasquini per turbativa d’asta per aver alterato il bando per la gestione delle piscine estive Belgiardino e Ferrabini in favore della società privata Sporting Lodi.

Il legale ha evidenziato al giudice Lorenza Pasquinelli le sue perplessità sull’attività investigativa che ha prima portato all’arresto di Uggetti il 3 maggio 2016 e al processo con una richiesta di condanna del pm Sara Mantovani a 2 anni e 6 mesi di reclusione. A partire dalle intercettazioni, che erano iniziate il 10 marzo 2016, due giorni dopo la denuncia della funzionaria comunale Caterina Uggè che secondo la difesa di Uggetti sarebbero state svolte con «una velocità unica». Le intercettazioni però non avevano portato a niente nei confronti di Uggetti. In 51 giorni di intercettazioni telefoniche e 2.807 telefonate nessuno degli intercettati aveva mai parlato del bando. Infatti poi era arrivata la richiesta della Guardia di finanza al gip di Lodi di procedere con l’introduzione della captazione informatica installando un virus nel cellulare di Uggetti.

«Dalle intercettazioni telefoniche non è mai emerso nulla - dice l’avvocato Roveda -. L’attività si sarebbe già dovuta fermare. E invece si è deciso di andare avanti con l’unico obiettivo di cercare colpe e non accertare i fatti». A scatenare le tensioni in Broletto era stato il 5 aprile 2016, poco meno di un mese prima degli arresti per lo scandalo piscine, la rivelazione del dirigente comunale Giovanni Ligi che, stimolato dal comandante della Guardia di finanza Lo Turco, che gli aveva chiesto cosa stesse accadendo sul bando delle piscine, aveva poi riferito al sindaco Uggetti di possibili indagini. A quel punto era scattato il panico e la famosa intercettazione dove Uggetti aveva chiesto a Marini di formattare gli hard disk del pc per cancellare le tracce del bando che poi sarebbe finito incriminato. Critiche dell’avvocato difensore dell’ex sindaco anche sulla gestione del fascicolo. «È una vicenda dagli esiti straordinariamente sproporzionati - dice l’avvocato Roveda -, solo perché il destinatario era il sindaco. Una vicenda gestita con foga da chi ha indagato«. Dopo la denuncia della funzionaria Uggè, alle 14.40 dell’8 marzo 2016, la procura aveva subito aperto un fascicolo con indagati Simone Uggetti e l’avvocato Cristiano Marini. Sul fascicolo, secondo Roveda, ci sarebbe stato da subito anche il dirigente Giuseppe Demuro, ma il nome era stato cancellato per poi essere aggiunto il giorno dopo gli arresti del 3 maggio 2016 insieme all’imprenditore Luigi Pasquini. «Una manina ha cancellato Demuro dalla lista indagati - spiega Roveda -. Forse era più comodo indagare subito Uggetti e Marini. E poi aggiungere Demuro». Nel mirino del legale di Uggetti anche la valutazione dei ricavi delle due piscine: «Non è stato verificato un numero». Sentenza di primo grado il 22 novembre.