Ponti, la sicurezza fa acqua: serve più manutenzione

Lodi, monito dell’esperto: le infiltrazioni trascurate erodono il calcestruzzo

 controlli ad un ponte

controlli ad un ponte

Lodi, 23 gennaio 2019 - «I ponti in calcestruzzo non sono eterni: la manutenzione è fondamentale». Il nemico numero uno delle infrastrutture in Italia è l’acqua. Per questo combattere le infiltrazioni deve diventare la priorità per comuni e province. A consigliarlo è l’ingegnere Eugenio Ferrari, 77 anni, con un’esperienza di oltre 50 anni nella gestione di ponti e strade in Lombardia. Il suo studio di Lodi si occuperà della manutenzione di due ponti molto trafficati della città: il cavalcavia in zona San Grato, sovrappasso che conduce alla zona artigianale di Lodi, con leggere lesioni alle travi di supporto per il passaggio di mezzi pesanti, e il ponte di viale Europa, per infiltrazioni che stanno pian piano erodendo il calcestruzzo.

La causa è l’acqua piovana che costantemente entra nei piloni del ponte che collega la provinciale 235, quella che porta al casello autostradale di Lodi, e la città. Sul calvacavia dall’inaugurazione nel 1978 a oggi sono stati fatti pochi interventi. «L’acqua e il sale utilizzato per evitare il ghiaccio sulle strade d’inverno, sono i peggiori nemici del calcestruzzo – sottolinea l’ingegnere –. Per questo consiglio sempre una manutenzione costante delle infrastrutture. A Lodi la situazione è sotto controllo e i problemi non sono gravi. Ma le amministrazioni comunali e provinciali dovrebbero stanziare a bilancio sempre i fondi per garantire la sicurezza dei cittadini». Secondo il report consegnato al Governo dalla Regione, in Lombardia sono 272 le infrastrutture a rischio e per gli interventi di manutenzione servirebbero circa 214 milioni di euro. Le situazioni più delicate riguardano i ponti sul Po del Pavese, tra cui il ponte della Becca (struttura centenaria tutta in acciaio) e quello di Girola.

Per quanto riguarda la Città metropolitana e la provincia di Monza e Brianza la priorità riguarda la Milano-Meda dove ogni giorno circolano 100mila vetture. «Quasi tutti i nostri ponti sono fatti con una struttura di acciaio ricoperta di calcestruzzo – spiega Ferrari –. Ma quando sul calcestruzzo compaiono delle strisce nere vuol dire che l’ossido del ferro sta uscendo. Ci mette dieci o quindici anni questo processo a compiersi. Alla fine fuori sembra tutto a posto, dentro però l’armatura è sparita».