Lodi - "La situazione è critica: per l’inquinamento i lodigiani perdono un anno e mezzo di vita ogni anno". A lanciare l’allarme è l’epidemiologo Paolo Crosignani, già direttore dell’Unità complessa di epidemiologia ambientale dell’Istituto dei tumori di Milano. La parola dell’esperto è confermata dai dati e dall’Agenzia Europa per l’Ambiente: solo nel 2019 i decessi prematuri per inquinamento dell’aria sono stati oltre 400mila in Europa, quasi 50mila in Italia. Numeri da tenere sotto controllo, visto che l’aria della provincia di Lodi (terzo territorio più inquinato di Lombardia) registra una media annuale di microgrammi al metro cubo di polveri sottili che oscilla tra i valori 23 e 24, appena sotto il limite massimo di 25. A questo poi si aggiungono i quasi 60 sforamenti di Pm10 (35 è il limite concesso dall’Ue) registrati nel Lodigiano nel 2021. Dottor Crosignani, quanto incide sulla salute l’inquinamento dell’aria? "Il Pm 2,5 (le polveri sottili) è pericoloso e può creare enormi ripercussioni sulla salute delle persone. Ogni dieci microgrammi di Pm 2,5 in più nell’aria, dice l’Oms, si perdono sei mesi di vita. Ciascun lodigiano è a rischio". Chi ha le conseguenze peggiori? "A perdere la vita sono persone già compromesse, ma deve essere chiaro che alla lunga le conseguenze sono anche per le persone sane. E frequenti sono gli attacchi di asma per i più piccoli". Esiste, secondo lei, una correlazione tra Covid e inquinamento? "Sono molto preoccupato per la salute dei polmoni dei lombardi: tutti quelli che sono stati colpiti dal Covid e guariti, hanno molto spesso polmoni danneggiati. Lo smog e l’inquinamento indeboliscono le vie respiratorie di chi vive in Lombardia. E lo vediamo con gli ex malati di Covid che non riescono a guarire". C’è una soluzione? "Ci sono interventi che dovrebbero essere fatti a livello di infrastrutture: le autostrade sono piene di camion, troppi e inquinanti. Stiamo attenti al benaltrismo: quando una persona tira fuori un argomento importante come il traffico, che crea inquinamento, subito si riduce il problema parlando di allevamenti o biomasse. Ma il problema principale legato all’inquinamento delle auto e dei mezzi pesanti. Bisogna essere chiari: ridurre per esempio le velocità potrebbe essere una prima cosa da fare, già oggi". Cosa può fare la politica locale? "La politica ha tutti gli strumenti per intervenire. Sicuramente investire e favorire la nascita di poli logistici, come già avviene abbondantemente nel Lodigiano, non è sicuramente la soluzione corretta. Bisogna fare delle scelte politiche chiare per favorire il trasporto su ferro, con i treni, ed eliminare quello su gomma. Ma c’è qualcosa che si potrebbe fare immediatamente". Cioè? "Ridurre la velocità delle auto che viaggiano in città e sulle autostrade. Basterebbe imporre velocità molto ridotte rispetto ai 130 chilometri all’ora oggi possibili, per abbattere almeno in parte le emissioni. Questa è una mossa che la politica, se solo lo volesse, potrebbe già fare domani". Il circolo di Legambiente LodiVerde intanto ha deciso di indire un flashmob alle 18 di lunedì davanti al Comune di Lodi per chiedere di bloccare da gennaio 2022 e per tutto l’inverno la circolazione dei veicoli più inquinanti (gli euro4 diesel), spegnere le stufe da legna in città, ridurre la velocità in autostrada (a 110) e in città (a 30 all’ora), evitare spandimenti di fanghi e liquami non trattati nei campi. "Si tratta di tutte misure che la Regione Lombardia e lo Sto rinviano e che il Comune non controlla o ignora, da anni", spiega il referente lodigiano Andrea Poggio.