Poliziotta sospesa per un tatuaggio: "Io, delusa dal silenzio di Jacobs"

Guardamiglio, Arianna Virgolino lotta perchè i poliziotti possano essere tatuati. "Anche il campione olimpico lo è"

Arianna Virgolino

Arianna Virgolino

Guardamiglio (Lodi) - «Mi aspettavo più sostegno dai miei colleghi in questa battaglia. Marcell Jacobs? Il silenzio del campione olimpico sulla vicenda mi ha deluso". Non riesce a nascondere l’amarezza Arianna Virgolino, 32enne, ex agente della Stradale di Guardamiglio, oggi residente a Peschiera del Garda (Verona), licenziata il 7 novembre 2019 dopo la sentenza del Consiglio di Stato che aveva accolto il ricorso del ministero dell’Interno escludendola per un tatuaggio (già rimosso) sul polso.

Per quella coroncina, tatuata a 18 anni, ben prima del concorso in Polizia del 2018, e cancellato prima di diventare un’agente, Arianna Virgolino, era stata definita un "nocumento all’immagine della Polizia di Stato". Una valutazione troppo severa secondo tanti lettori che hanno deciso di appoggiare la battaglia della 32enne per chiedere di eliminare dal regolamento della Polizia di Stato la normativa che vieta la presenza di tatuaggi su parti del corpo visibili con la divisa. Soprattutto dopo la vittoria alle Olimpiadi di Tokyo di Marcell Jacobs, l’uomo più veloce del mondo, anche lui poliziotto e tatuato. Virgolino pochi giorni dopo la storica vittoria aveva lanciato un appello al campione per farsi portavoce della battaglia. A oggi però non è arrivata nessuna risposta.

«Mi sarei aspettata una presa di posizione vera da parte di Jacobs – dice Virgolino –. Su questa battaglia ha deciso di non dire nulla, di non esprimere solidarietà nei confronti di altri cinque agenti che come me sono stati esclusi per questa normativa. Ma non mi arrendo". Virgolino oggi lavora come barista in una piscina. La sua vicenda fa ancora discutere e nelle prossime settimane finirà in Parlamento. La senatrice del Movimento 5 stelle Cinzia Leone ha infatti depositato un disegno di legge per modificare la norma che vieterebbe a tutti i dipendenti della Polizia di Stato di avere tatuaggi in luoghi visibili con la divisa. "Farò di tutto per cercare di farla abolire - conclude la 32enne -. A mio avviso, non è un tatuaggio a compromettere l’operato dell’agente o il decoro della divisa".