Lodi, il suo pitbull aveva sbranato un gatto: padrone condannato a 10 mesi

Diversi testimoni hanno raccontato che l'uomo aizzava il cane contro i mici del quartiere

Pitbull

Pitbull.

Lodi, 1 dicembre 2021 - Secondo quanto ricostruito dall'accusa aveva aizzato il suo pitbull contro i gatti del quartiere. Una vicenda accaduta nel 2015 a San Fereolo, il quartiere più popoloso di Lodi. Nei guai un 30enne di Lodi che è stato ritenuto colpevole dal Tribunale di Lodi di maltrattamento e anche di uccisione di animali, per due episodi avvenuti a pochi giorni di distanza nell’estate di sei anni fa. L'uomo è stato condannato a 10 mesi di reclusione dal giudice di Lodi. Decisiva la testimonianza di un vicino di casa, che aveva assicurato di aver assistito alla morte del suo gatto dopo essere stato attaccato e morsicato dal pitbull di proprietà dell'imputato.

Non si sarebbe trattato di un unico episodio, perché sempre secondo l'accusa, e per quanto emerso anche dai numerosi testimoni in aula, il 30enne avrebbe aizzato il proprio cane ad attaccare i gatti del quartiere. Un altro episodio contestato, questa volta per maltrattamenti, era invece avvenuto qualche giorno dopo. A Belgiardino un carabiniere fuori servizio aveva sentito guaire un cane e si era avvicinato, assistendo alla scena di un uomo che, afferrata la propria bicicletta, colpiva ripetutamente il proprio cane. Il militare aveva richiesto l’intervento dei colleghi e lo aveva portato in caserma, dove era stato identificato e denunciato. L’imputato, che si è sempre professato innocente anche in aula, potrebbe ricorrere in Appello (scelta che gli garantirebbe la prescizione della pena). Diversi testimoni, però, durante la fase dibattimentale avevano riconosciuto con certezza l'uomo e il suo cane.

Sulla vicenda dei maltrattamenti, poi, un veterinario dell'Ats della città metropolitana aveva visitato il pitbull e aveva certificato che l’animale non appariva maltrattato. Il cane, ancora oggi, è affidato al proprietario. Dati i precedenti dell’uomo, la pena non è stata sospesa. Un eventuale ricorso in appello potrebbe però fare scattare la prescrizione, visto che ormai dai due episodi sono passati più di sei anni.