Piste ciclabili bocciate: pagelle da urlo nel Lodigiano

La Fiab non le promuove: "Sono pericolose". La peggiore è quella per Borghetto

La pista ciclabile a Boffalora D’Adda attende una manutezione

La pista ciclabile a Boffalora D’Adda attende una manutezione

Lodi, 24 agosto 2019 - «La ciclabile più pericolosa? Quella tra Lodi e Borghetto: oltre al verde che invade tutta la pista ci sono, all’altezza della Motta Vigana, tratti crepati lungo il canale che rischiano di franare. I soldi di noi cittadini, da quelli comunali ai fondi europei, vengono buttati via per mancanza di manutenzione». Giuseppe Mancini, presidente di Fiab Lodi, sul podio delle piste più insicure mette al secondo posto quella sul ponte strallato, realizzato nel 2009 tra Bertonico (Lo) e Montodine (Cr), e già chiusa da tempo, «perché invasa dai rovi, costringendo i ciclisti ad attraversare il viadotto accanto alle auto», e al terzo, quella tra Lodi e Boffalora, che è arginale e dunque rialzata, non solo perché interrotta dove c’era la cattedrale vegetale ma anche perché la staccionata di legno è crollata in molti punti, sia sul lato golenale che verso la Provinciale.

«Noi riteniamo inutili alcune protezioni, così come molti archetti in mezzo alle piste - aggiunge Mancini -. Ma se la staccionata è stata ritenuta necessaria per la sicurezza, perché non c’è stata manutenzione? Inoltre alcuni pali rotti sono pericolosi». Sul web, sottolinea ancora Mancini, si trovano tutti i percorsi cicloturistici del Lodigiano, ma poi, «quando in sella alla bici dal mondo virtuale si passa al reale si trovano le sorprese. Anche ora su Lodi si stanno realizzando dei collegamenti di grandi ciclovie, ma poi chi si occuperà della manutenzione? Tra 6 o 7 anni saranno anche loro in stato di degrado?».

Non si tratta solo di sicurezza, ma anche di vivibilità, di collegamenti per i residenti: «Due casi emblematici a Lodi - conclude -. Nel tratto dell’ex Provinciale sulla pista per la frazione Fontana si è creato un tunnel verde, tra alberi e rovi, dove bisogna compiere uno slalom tra le radici: è terra di nessuno. Ma mancano anche, su entrambe le sponde, i vialetti di collegamento alle rampe di accesso alla ciclabile della ponte della tangenziale, sgomberata dall’accampamento abusivo. Lì ci sono il parco Isolabella, l’attracco fluviale: veder valorizzato il percorso resta un sogno».

«Stiamo cercando di istituire un fondo di manutenzione delle ciclabili come già per le strade - afferma Francesco Passerini, presidente della Provincia -: dopo deceni di incuria, il 90% delle piste ha bisogno di interventi straordinari, ma, sono d’accordo, la manutenzione deve essere ordinaria sulle ciclabili come per il verde in città».