Lodi, è allarme sulle piste ciclabili: "Sono piene di pericoli"

Il presidente di CicloLodi: serve maggiore manutenzione

Ciclisti in piazza della Vittoria (Cavalleri)

Ciclisti in piazza della Vittoria (Cavalleri)

Lodi, 12 febbraio 2019 - Piste ciclabili, serve manutenzione. È questo l’allarme lanciato da Fiab Lodi Ciclodi, che tramite segnalazioni di soci ma anche di semplici cittadini, ha individuato una serie di punti problematici nella Città del Barbarossa. Alcune criticità sono legate a dissesti del manto stradale. Questo è il caso del “Montadone” (l’erta di via Secondo Cremonesi) come spiega il presidente di Fiab Lodi Ciclodi, Giuseppe Mancini: «Lungo la discesa ci sono ampie zone di avvallamenti, buche, tombini sfondati o che emergono dal terreno. Una situazione che costringe i ciclisti a spostarsi in mezzo alla carreggiata, con il rischio di essere investiti» sottolinea. Altri problemi sono relativi alla segnaletica e manutenzione: «I segnali orizzontali che delimitano la pista ciclabile di via San Bassiano sono molto rovinati. Il Comune ha detto che risolverà il problema quando inizieranno i lavori per CollegAdda, ma i cantieri dovrebbero aprire entro due anni, e già dal prossimo si rischia di non vedere più nulla – spiega – mentre con i lavori di riasfaltatura di via Defendente si è perso un attraversamento pedonale, quello più vicino a piazzale 3 agosto ed è sparita anche la pista ciclabile sul marciapiede dal lato del parcheggio dell’ex Macello. Abbiamo segnalato i fatti l’estate scorsa e il Comune ha detto che si è trattato di un errore, ma non sono stati ancora presi provvedimenti». Molto critica è invece la situazione della pista ciclabile di viale Milano: «Il percorso ha dimensioni esigue, praticamente assenti all’altezza del Cimitero Maggiore».

Un'altra criticità riguarda, infine, l’installazione di alcuni cantieri lungo le piste ciclabili o la chiusura di alcune di esse, senza la predisposizione di percorsi alternativi: «Il cantiere aperto in viale Piacenza occupa parte del lato destro della pista ciclabile. Il problema è che la legge prevede che in caso di lavori pubblici che interessano una strada debbano essere istituiti, a carico non del Comune ma di chi li realizza, segnali di opportune deviazioni per automobilisti, ciclisti e pedoni. Al momento non è segnalato un percorso ciclopedonale alternativo, quindi questi utenti devono percorrere la carreggiata con maggiori rischi di non essere visti – commenta –. Nell’ultimo Consiglio Comunale l’assessora Rizzi (con delega ai Lavori pubblici, ndr), di fronte a un’interpellanza del consigliere Stefano Caserini ha letto il testo della legge e si è impegnata a risolverlo, ma il problema sussiste ed è lo stesso, in parte, di viale Piave, oggi unica strada alternativa per ciclisti e pedoni per andare a Boffalora, ora che la pista è chiusa all’inizio. Lì, in più, c’è la mancanza di un attraversamento ciclopedonale per rimettersi sulla pista». Mancini conclude sottolineando «la necessità di fare manutenzione costante, non solo in occasione di progetti come CollegAdda, e di concentrarsi sullo stato attuale delle ciclabili, se l’obiettivo deve essere la promozione di questo tipo di mobilità».