Peste suina, il sindaco di San Fiorano: "Si riapra la caccia per arginare l'epidemia"

Secondo il primo cittadino Mario Ghidelli è necessario l'abbattimento dei cinghiali con guardie provinciali e la successiva analisi nei laboratori

Gli ultimi cinghiali avvistati a San Fiorano

Gli ultimi cinghiali avvistati a San Fiorano

San Fiorano (Lodi), 18 gennaio 2022 - “Per evitare che i cinghiali del Pavese portino la peste suina anche nel Lodigiano, provocando danni agli allevamenti, occorre organizzare battute di caccia e analisi sugli esemplari abbattuti”. E’ la proposta, rivolta a Regione Lombardia, del sindaco cacciatore di San Fiorano Mario Ghidelli, che si mette a disposizione per applicare il suo “piano” anti contagio.

Regione Lombardia ha emesso il divieto della caccia al cinghiale nel Pavese per il pericolo di diffusione della peste suina. E Ghidelli riflette quindi sulla stretta vicinanza di questo territorio con il Lodigiano e il rischio, che ritiene concreto, di diffusione della malattia anche oltre confine. L'ultimo avvistamento, di quattro grossi esemplari, risale a domenica mattina e proprio nelle campagne di San Fiorano. “Gli esperti – spiega il primo cittadino – dicono che la caccia, dato che provoca la corsa degli animali, potrebbe indurli a portare la peste fuori provincia, e così è stata bloccata. Ma questi animali si spostano comunque a causa dei lupi presenti sul territorio, anche nel Lodigiano”. Da qui il suggerimento per la provincia di Lodi: "Occorre valutare se eseguire interventi mirati, con battute di caccia specifiche, garantite da squadre della polizia provinciale e guardie della provincia per togliere questi animali in arrivo dall’esterno. Così da aiutare davvero gli allevamenti di maiali”.

Senza alcun intervento, secondo Ghidelli, c’è il rischio che arrivino animali malati dal Pavese: "E’ necessario - sottolinea - che gli animali abbattuti tramite persone competenti, siano poi presi e portati in centri per le analisi. Lasciando ai cinghiali la libertà di spostarsi, il controllo è più difficile". E dato che la polizia provinciale di Lodi oggi è composta soltanto da tre guardie, per il sindaco si dovrà provvedere a rafforzare l'organico e intervenire anche con la forestale e con le guardie venatorie volontarie della Provincia di Lodi, oltre che insistere con interventi sul territorio, anche serali.

A Pavia Ghidelli auspica invece abbattimenti selettivi con due cani, ogni giorno, per contenere i cinghiali e analizzarne le carcasse.