Mauro, un pellegrino in Vespa: da Lodi a Santiago e ritorno

In sella alla sua Chicca ha percorso il Cammino di Santiago, 4.500 chilometri, in undici giorni

Mauro Tresoldi sulla sua Vespa

Mauro Tresoldi sulla sua Vespa

Turano Lodigiano (Lodi), 22 luglio 2018 - L’esperienza è di quelle che non scorderà facilmente, tanto più che dal viaggio è tornato con un carico di ricordi e suggestioni uniche. Mauro Tresoldi, 50 anni, dipendente pubblico, è reduce dal Cammino di Santiago. Lui però non è il solito pellegrino. Il 30 giugno è partito da Turano Lodigiano in sella alla sua Chicca, una Vespa px 125 del 1985, per percorrere il lungo viaggio di oltre 4.500 chilometri, tra andata e ritorno, che si è concluso l’11 luglio.

«È un viaggio che ho pensato di fare a dicembre parlando con un amico - spiega Tresoldi, che è iscritto al Vespa Club di Lodi –. È stato lui a lanciare la proposta: in moto verso Santiago di Compostela. In libertà. Soli con se stessi. Da lì ho incominciato a pianificare quella che sarà una vera e propria avventura spirituale, con la consapevolezza dell’importanza che rappresenta il Cammino di Santiago. Un’importanza per i credenti, un’occasione di riflessione e meditazione per chi non lo affronta come cammino spirituale». Prima di partire un occhio di riguardo alla sua Chicca. Oltre alla revisione totale della Vespa, il lodigiano ha deciso di realizzare un “bauletto” in legno marino, adatto per sopportare le intemperie e l’acqua e utile per aumentare la superficie di carico del portapacchi posteriore. A bordo della moto ha portato solo la tenda, una tanica da cinque litri per la benzina, olio miscela, borsa vestiti, viveri, fornelletto, detersivi, saponi, medicinali, attrezzi vari per Vespa e ricambi. Alla fine tre zaini e una borsa, più la tanica. Peso totale, circa 40 chili.

Il giorno della partenza subito i primi 270 chilometri, percorrendo il Pavese, l’Alessandrino, la val di Susa, curve, salite e poi arrivo a Claviere, in provincia di Torino, vicino al confine francese. Il giorno successivo Tresoldi parte in direzione di Montpellier, Saint Jean Pied de Port e l’arrivo sul sentiero del Cammino che porterà a Santiago. La prima tappa importante è alla Cruz de hierro (la croce di ferro), uno dei luoghi più importanti del Cammino di Santiago. Si trova nei Montes de Leon, a pochi chilometri da Foncebadón e a quasi 250 chilometri da Santiago di Compostela. È uno dei punti più significativi. Esiste un rituale che molti pellegrini sono soliti compiere, che consiste nel trasporto di una pietra, di una dimensione proporzionata ai peccati di cui ci si vuole liberare, dal punto di partenza del Cammino fino alla Cruz de hierro, e una volta lì, viene posta nel mucchio di pietre che sostiene la croce. Altri depositano oggetti personali.

«Ho lasciato il mio scaldacollo. Un oggetto a me caro, specie in quei giorni visto il freddo e la pioggia che ho incontrato». Le altre tappe sono Ponferrada, poi Leon e O Cebreiro, a circa 1.300 metri di altitudine. Dopo cinque giorni di viaggio l’arrivo a Finisterre, la “fine della terra”, uno dei punti più occidentali della Spagna, dove è presente il cippo del “chilometro zero” del Cammino di Santiago. Il giorno seguente, Santiago. L’arrivo alla cattedrale e la partecipazione alla messa del Pellegrino. Una breve sosta, solo poche ore, poi Tresoldi riprende la strada verso Turano. Da Santiago via verso Burgos e San Nicolas, fino ad arrivare in Francia e ancora nel Lodigiano. «È un viaggio che mi ha arricchito – dice Mauro Tresoldi –. Sono tornato carico nello spirito e cambiato nell’animo. I chilometri alla fine sono veramente tanti: 4.509 in 11 giorni. Ma non si sono sentiti. Anzi. Ho già voglia di ripartire. A Santiago ho fatto un voto: percorrere tutto il Cammino a piedi».