Lodi, Parco Tecnologico nelle mani del Comune: l’idea si fa concreta

Enti locali a confronto per il rilancio della struttura

Un laboratorio di analisi (foto archivio)

Un laboratorio di analisi (foto archivio)

Lodi -  Regione Lombardia ed enti locali studiano il piano di rilancio del Parco Tecnologico Padano. Ed è anche in corso la valutazione di una ridistribuzione delle risorse destinate a Lodi, nell’ambito del Piano Lombardia, per il previsto acquisto del PTP da parte del Comune (potrebbero arrivare 9 milioni di euro). Operazione che potrebbe concretizzarsi in seguito all’assestamento di bilancio regionale. L’immobile, una volta diventato proprietà del Comune (sono in corso valutazioni tecniche per capire se questo sarà possibile), potrebbe svolgere anche funzioni istituzionali. Intanto all’interno del proprio Laboratorio Agro, in possesso di accreditamenti ministeriali, PTP sviluppa una vasta gamma di servizi analitici per affrontare e risolvere problematiche legate alla sicurezza alimentare, alla certificazione dei prodotti, al controllo della filiera e al rispetto dei disciplinari; inoltre, tramite l’accesso al proprio Laboratorio SMeL, servizio di medicina di laboratorio con sezioni specialistiche in biochimica clinica ed in microbiologia e virologia, PTP sviluppa una vasta gamma di servizi analitici per migliorare il livello di prevenzione, diagnosi precoce e per garantire terapie più efficaci.

Proseguono quindi i confronti per definire uno specifico progetto di valorizzazione del Parco Tecnologico e fare luce sul suo futuro. Si vuole arrivare ad avere un Polo di eccellenza che diventi fiore all’occhiello del territorio e dove si coniughino ricerca, innovazione tecnologica, formazione, salute, servizi alla Persona ed alla comunità, protezione e tutela dell’ambiente. Oltre al Comune lavoreranno in rete l’Asst, l’Istituto Zooprofilattico della Lombardia e dell’Emilia Romagna e la Facoltà di Veterinaria dell’Università di Milano. Il piano di rilancio del Parco, in realtà, è partito nel 2018. "All’epoca si lavorava per rimediare allo squilibrio tra costi e ricavi dell’attività operativa, ereditato dalle gestioni passate e promuovere un nuovo modello di sviluppo, basato sulle competenze distintive del territorio" ricorda la sindaca Sara Casanova.