Il Papa agli studenti di Codogno: "Non c'è virus che possa fermare i vostri sogni"

Le parole del Santo Padre aad alcuni giovani del Paese più colpito dalla prima ondata della pandemia da Coronavirus

Papa Francesco incontra studenti e docenti di Codogno

Papa Francesco incontra studenti e docenti di Codogno

Lodi - Papa Francesco ha ricevuto in udienza i dirigenti e gli studenti dell'Istituto Ambrosoli di Codogno (Lodi) e si è congratulato con loro per non essersi "mai persi d'animo", nonostante la pandemia. Soprattutto perchè la loro città di provenienza è stata duramente colpita durante la prima ondata di Coronavirus.

"Il nostro incontro - ha ricordato il Santo Padre  - avrebbe dovuto avvenire lo scorso febbraio, nell'anniversario dell'inizio dell'epidemia in Europa, proprio nella città di Codogno. Appena ricevuta la vostra proposta, avevo visto che era importante accoglierla, perché la vostra scuola, nel contesto di questa dura prova, rappresenta un segno di speranza. Prima di tutto perché è una scuola, cioè luogo educativo per eccellenza. E secondo, nello specifico, perché è un istituto tecnico-professionale, cioè prepara direttamente i giovani al lavoro".  "Proprio il lavoro, l'occupazione, - ha detto con dolore Francesco - è una delle vittime di questa pandemia. Dunque, siete un doppio segno di speranza. Ma se lo siete concretamente è perché, come ha detto la dirigente, 'non vi siete mai persi d'animo'. Questo è decisivo. Mi congratulo con voi!". 

Bergoglio ha parlato delle testimonianze di altre scuole nella pandemia: "In questi mesi mi sono arrivate notizie di diverse esperienze molto positive vissute da gruppi di insegnanti e studenti, in Italia e in altri Paesi. Esperienze che dimostrano che quando si incontrano la generatività degli insegnanti con i 'sogni' degli studenti non c'è virus che possa fermarli. Voi ragazzi e ragazze avete dentro una forza, un desiderio che, se viene stimolato e accompagnato con saggezza e passione dagli adulti, porta frutti sorprendenti. Lo diceva bene la dirigente: c'è bisogno di docenti che siano "maestri" nel senso più nobile del termine. In particolare, il vostro Istituto mette in risalto il legame tra l'apprendere e il fare, tra lo studio e l'operatività, tra la "testa" e le "mani". E c'è un'altra dimensione essenziale, lo sappiamo bene: il "cuore", cioè i desideri, le aspirazioni, gli affetti. Queste tre dimensioni devono sempre interagire nella scuola, come sono connesse nella persona, nel cammino della vita".

Infine,  ai giovani della città simbolo della crisi Covid, poi, che Francesco ha voluto affidare il proprio messaggio per i giovani che hanno visto la loro stravolta tra lockdown e scuola a distanza. A loro, che hanno vissuto per forza di cose "l'astinenza" dalle relazioni amicali, l'invito a non chiudersi negli strumenti digitali. "La dimensione relazionale tra voi studenti, e anche con gli insegnanti, è stata penalizzata nei lunghi mesi della didattica a distanza. Ora vi auguro - ha detto il Pontefice - di poterla riprendere pienamente. Ma vi invito anche a imparare da questa mancanza: che, in un certo senso, questa esperienza negativa possa insegnare qualcosa, cioè proprio l'importanza della relazione interpersonale reale, non virtuale. Voi ragazzi e ragazze siete figli della società digitale, che ha aperto nuove vie alla conoscenza e alla comunicazione; ma sappiamo bene ormai che c'è il pericolo di chiudersi in sé stessi e di vedere la realtà sempre attraverso un filtro che solo apparentemente accresce la nostra libertà. L'esperienza della pandemia, con questa 'astinenza' dalle relazioni amicali, possa stimolare in voi, che ne siete consapevoli, un maggiore senso critico nell'uso di questi strumenti; perché restino tali, cioè strumenti, soggetti alla nostra intelligenza e volontà".