Omicidio di Pordenone, pm chiede l'ergastolo per Ruotolo: "Uccise accecato dalla gelosia"

La richiesta di condanna nel processo per il duplice omicidio della coppia di fidanzati, Teresa Costanza e Trifone Ragone

Trifone Ragone, 29 anni, e Teresa costanza, 30 anni uccisi a Pordenone

Trifone Ragone, 29 anni, e Teresa costanza, 30 anni uccisi a Pordenone

Lodi, 21 ottobre 2017 - Ergastolo con isolamento diurno di due anni. La procura di Pordenone ha chiesto il massimo della pena per Giosuè Ruotolo, il 28 militare campano, unico indiziato nel processo per il duplice omicidio della lodigiana Teresa Costanza e del commilitone Trifone Ragone avvenuto il 17 marzo 2015 nel parcheggio del palasport di Pordenone. «L’odio verso Trifone e la gelosia verso Teresa lo avevano assalito già da tempo. Togliendoli di mezzo sparivano due rivali, due minacce viventi, due persone verso cui covava odio già da tempo. E il suo futuro sarebbe tornato ad essere roseo», ha spiegato ieri in aula davanti alla Corte d’assise di Udine il pm Pier Umberto Vallerin prima di terminare la sua requisitoria che era iniziata giovedì. 

Avvalendosi di un grafico temporale, presentato su una lavagna, il pm ha ripercorso le tappe del rapporto tra vittima e imputato, inizialmente di amicizia e poi progressivamente deteriorato fino a quando, nel febbraio 2014, Giosuè e gli altri due coinquilini che dividevano l’appartamento a Pordenone con Trifone iniziarono a pensare di trasferirsi per le tensioni provocate dalla convivenza. L’accusa ha citato le testimonianze raccolte in aula e i messaggi scambiati tra i protagonisti della vicenda, poi il pm si è soffermato sui messaggi Facebook inviati dal profilo «Anonimo anonimo» a Teresa che «diedero un duro colpo alla relazione tra lei e Trifone», ha affermato Vallerin citando lo scambio di messaggi tra i due fidanzati. 

«Trifone si era accorto dei messaggi di Ruotolo e voleva denunciarlo - ha detto in aula il pm - Un rischio che l’imputato non poteva permettersi di correre per non compromettere la sua carriera». L’avvocato di Ruotolo, Roberto Rigoni Stern, che ha sempre sostenuto la tesi di un processo indiziario e senza prove evidenti nei confronti del suo assistito, è pronto a dare battaglia in aula. «La richiesta dell’ergastolo era ampiamente scontata anche perchè l’alternativa a questa richiesta era l’assoluzione. Siamo di fronte a un reato per duplice omicidio in cui viene anche contestata la premeditazione per cui il pm non poteva chiedere meno dell’ergastolo». Il legale di Ruotolo ha aggiunto: «È chiaro che la Procura ha dato una sua interpretazione del fatto, dopo una mole di atti e di indagini, fornendo una versione anche a volte suggestiva di queste risultanze dibattimentali, ma dove hanno omesso di trattare molti argomenti che sono invece, per noi, dirimenti in questa vicenda. Ha costruito un movente e ha messo in evidenza tutta una serie di aspetti che possono ricondurre alla figura dell’imputato. Noi invece riteniamo che nel dibattimento sono emerse tantissime altre informazioni che gettano veramente un dubbio su questa impostazione e la dimostrazione più evidente è che Ruotolo non ha neppure sfiorato la scena del delitto».