Omicidio di Pordenone, difesa Ruotolo: "Solo indizi e niente prove, non c’entra"

Ventinovesima udienza del processo davanti alla Corte d’Assise di Udine sono stati ascoltati alcuni consulenti della difesa

Teresa Costanza e Trifone Ragone (Cavalleri)

Teresa Costanza e Trifone Ragone (Cavalleri)

Lodi, 20 maggio 2017 - «Il processo contro Giosuè Ruotolo resta indiziario». Per l’avvocato Roberto Rigoni Stern, che difende il 27enne militare campano, da sempre unico indiziato per il duplice omicidio della lodigiana Teresa Costanza e del militare Trifone Ragone uccisi nel parcheggio del palasport di Pordenone il 17 marzo 2015, non ci sarebbero prove in grado di inchiodare il suo assistito. Ieri alla ventinovesima udienza del processo davanti alla Corte d’Assise di Udine sono stati ascoltati alcuni consulenti della difesa. Da sempre discordanti le versioni della Procura di Pordenone con quella dei legali di Ruotolo. La prima discordanza riguarda l’orario dell’agguato alle vittime che sarebbe avvenuto tra le 19.40 e le 19.50 del 17 marzo nel parcheggio, dal lato di via Amendola. I fidanzati erano in auto, una Suzuki Alto.

Lei stava per mettere in moto, lui si era appena seduto al suo fianco quando il killer si era avvicinato e aveva scaricato sei colpi di pistola. Secondo l’accusa l’Audi A3 di Ruotolo era rimasta otto minuti nel parcheggio e si era allontanata subito dopo il delitto. Per la difesa, invece, Ruotolo voleva andare in palestra, ma non c’era parcheggio. Nell’attesa aveva ascoltato due canzoni di musica house. «Le telecamere del parcheggio del palasport di Pordenone non hanno ripreso nulla - spiega l’avvocato Rigoni Stern -. I nostri consulenti hanno demolito la versione della Procura. Ci sono 4/5 minuti di discordanza con le altre versioni. Tutto il sistema di videosorveglianza di Pordenone è stato poi cambiato e non è possibile fare altri rilievi». In aula ascoltata un’amica di Teresa, Raffin Cascia, che ha raccontato di un episodio del 2014. «Mi aveva accennato che era preoccupata per una persona che le dava fastidio. Mi ha detto che Trifone avrebbe sistemato questo problema».